Terra di confine. Bomarzo è lì tra Lazio e Umbria, nella rigogliosa Valle del Tevere. Tanti sono i ritrovamenti archeologici che si sono susseguiti sul territorio bomarzese dagli inizi dell’ottocento a oggi. Abitata dagli asiatici Meoni, poi dai Rinaldoniani. Non mancarono Etruschi e Romani.
Conosciuta ai più per il Parco dei Mostri, un mondo fantastico popolato di animali mitologici e giganteschi mostri di pietra che da oltre 500 anni incutono timore, sorpresa e meraviglia in ogni visitatore che lo attraversi. Fu l’architetto Pirro Ligorio a realizzare questo luogo fantastico, su commissione del Principe Pier Francesco Orsini.
Ma Bomarzo è anche il suo Duomo, la cui torre campanaria svetta sulla città. La sua particolarità? Una lapide romana raffigurante un uomo e una donna. La lapide è stata inglobata nella struttura del campanile. All’interno delle navate del Duomo: affreschi, lacunari, un sarcofago e nicchie che emozioneranno alla sola vista. Poco distante la chiesetta dedicata a Sant’Anselmo, al cui interno sono conservate le sue spoglie. Qui nasce e qui riposa. Come San Francesco, anche Sant’Anselmo donò ai più bisognosi tutti i suoi beni e si ritirò in vita contemplativa. Ma ciò per cui è più ricordato sono i miracoli per la resurrezione dei morti e l’esorcismo degli ossessi.
Da non perdere c’è poi il Palazzo Orsini, la cui trasformazione da fortezza medievale in maestoso palazzo signorile, risale al XVI secolo.
Siamo nella bella Tuscia, un’area archeologica è d’obbligo anche qui a Bomarzo. Nascosta tra la vegetazione, poco lontana dal Parco dei Mostri, la Piramide Etrusca è un luogo misterioso e affascinante. La sua datazione è incerta. Molti la chiamano “sasso del predicatore” o “altare piramidale”. Si trova nella zona del Tacchiolo, un’area ricchissima di reperti appartenenti al periodo etrusco e a quello preistorico, la si può raggiungere da numerosi sentieri. Tutti meravigliosamente immersi nel verde viterbese.