Viuzze, gradinate, archi e scalette che si susseguono in un sali e scendi che vi farà venire un ottimo appetito. Ma siamo nel luogo giusto. Ai piedi dei Monti Sabini è qui che troneggia austera e statuaria Contigliano. Da quale porta entriamo per iniziare la visita alla cittadina Sabina? Porta dei Santi a sud-ovest, che conserva il portale ligneo originale oppure dalla Porta Codarda a nord-est?

Tra i numerosi palazzi cinquecenteschi e seicenteschi e l’imponente struttura della Collegiata, Contigliano è un borgo tutto da scoprire. Passeggiate, verde a perdita d’occhio, oliveti e aria buona tra le frazioni di San Filippo, Collebaccaro, Terria, Montisola, Madonna del Piano e Cerquetello. Ideale per chi è alla ricerca di relax e autenticità.

Borgo noto anche per il Cammino di San Francesco, è molto ricercato dai fedeli. Qui c’è l’imponente Collegiata di San Michele Arcangelo. Una sola navata al suo interno, sulla quale si affacciano le cappelle laterali. Le pareti sono scandite da lesene che reggono il cornicione. Alzate gli occhi, è lì la volta.

All’interno sono conservate: la pala con San Michele Arcangelo del pittore reatino Filippo Zucchetti. C’è poi la tela del Miracolo di San Vincenzo Ferreri, dipinta nel 1707 da Onofrio Avellino. Da ammirare, non può mancare l’organo costruito nel 1748 dai maestri organari Adriano e Ranuzio Fedeli, incastonato in una stupenda cantoria in legno intagliata dall’artigiano Venanzio di Nunzio da Pescocostanzo, autore anche del coro grande e del coro d’inverno in noce locale, con intarsi in olivo e ciliegio.

Due sono i ruderi da non perdere. L’ex chiesa di San Giovanni, ormai priva del suo tetto. Tuttavia mantiene al suo interno tracce di affresco molto rovinato.

È un luogo suggestivo dal quale si ammira il paesaggio della conca reatina, a ridosso della quale il paese si è sviluppato nel corso della storia.

Poi c’è il luogo più antico del territorio comunale. Si tratta dei ruderi della Chiesa di San Lorenzo, in aperta campagna, fuori dal paese.

A coronare il passaggio a Contigliano, non può mancare l’assaggio del burro di San Filippo. Fu Tarquinio Belloni, all’inizio del novecento, a realizzarlo.  Tornato a Contigliano, dopo aver lavorato in aziende agricole svizzere, dove imparò l’arte casearia, e acquisì le competenze specifiche di un prodotto lassù molto utilizzato, lo riprodusse in Sabina.