Partiamo alla scoperta di un tesoro storico naturalistico, la Grotta dell’Arco, un patrimonio che non tutti conoscono, meno appariscente ma altrettanto affascinante. La Grotta dell’Arco è una cavità naturale e rappresenta uno dei maggiori fenomeni carsici in provincia Roma, si trova nella Montagna di Roiate, nel Comune di Bellegra. Poco distante si apre il Pertuso di Roiate un traforo naturale di 240 metri che trapassa una piccola collina. E’ un territorio ricco di acque sorgive che danno origine ad una rete di torrenti con forte azione erosiva.
Le Grotte dell’Arco”, lunghe quasi 1.000 metri ed in alcuni punti alte fino a 30 mt, derivano il nome dal monumentale arco roccioso visibile poco a valle dell’ingresso.
La visita offre un itinerario affascinante e ricco di suggestioni, mentre percorriamo le sale e le gallerie sotterranee, si apre ai nostri occhi uno scenario fiabesco; stalattiti e stalagmiti, strettoie e forre, pozzetti e stanze abitati da pipistrelli e anfibi.
Un viaggio nel tempo, all’interno ritroviamo un misterioso tesoro preistorico: sulle pareti sono state scoperte delle pitture rupestre, risalenti al periodo tra la fine del Neolitico e la prima età del Bronzo (4000/3500 a.C.), figure antropomorfe, rare nelle cavità appenniniche, segno inequivocabile della presenza dell’uomo, un luogo sacrale forse collegato al culto delle acque ed anche resti di Ursus Spelaeus.
La Grotta dell’Arco è aperta nel periodo estivo da marzo ad ottobre, tutti i sabati e le domeniche, dalle 8 alle 18, mentre nel periodo invernale rimangono chiuse per rispettare i ritmi della natura e permettere il letargo dei pipistrelli. Sono una delle poche grotte accessibili anche a disabili, grazie all’andamento orizzontale delle gallerie, ma possiamo scegliere tre differenti percorsi: turistico, speleo-turistico e speleo-avanzato.
Terminata la visita, saliamo in auto e proseguiamo in direzione di Bellegra, borgo adagiato elegantemente sul Monte Celeste, al centro di una catena montuosa che d’inverno si ammanta di neve.
Bellegra è una terrazza panoramica a 360 gradi, che spazia tra il Fiume Aniene e la Valle del Sacco, tra i Monti Ernici, i Lepini ed il Monte Scalambra, una distesa di molteplici colori tra pianure, colli e monti che si alternano a cittadine e paesi che di notte danno l’illusione di un insieme di stelle luminose.
Dopo tanta bellezza è giunto il momento di sedersi a tavola, nei locali è possibile assaggiare le “tacchie” preparate con l’antica ricetta: pasta fatta a mano con acqua, farina e uova, ammassate e tagliate in maniera casuale con la tipica forma di rettangoli irregolari, condita con i saporiti funghi porcini di cui i numerosi boschi di Bellegra sono ricchi, accompagnando il piatto con un buon bicchiere di Cesanese.
Siamo pronti per scoprire finalmente questo borgo, piccolo scrigno ricco di testimonianze tangibili del passato: i resti di un tempio dedicato alla dea Bona, tratti di “Mura Ciclopiche “che costeggiano il paese e riportano alla memoria i sistemi difensivi, “Opus Cementicus”, costruzioni cementizie erette dai Romani, denotando le antiche origini di Bellegra, che dal X al XIX Secolo era chiamata “Cittadella”.
Costruita sulle rovine dell’antica Vitellia che sembra esistesse già nel VI secolo a.c., fu abitata dagli Equi, popolo di cacciatori e di guerrieri, dediti all’agricoltura e all’allevamento degli ovini ed ostili a Roma, dagli Ernici ed infine dai Romani.
Non da meno è la chiesa di San Nicola, decorata in stucchi anteriori al 1671 e che ingloba una chiesa del 1200 intitolata a Santa Lucia.
Se abbiamo ancora voglia di camminare possiamo fare una passeggiata tra i castagneti, fino alla sorgente da cui sgorga l’acqua salutare della caratteristica Fonte Nocchietta, e se non siamo ancora stanchi possiamo proseguire lungo il percorso naturalistico del bosco comunale o spostarci sulla strada che porta a Rocca Santo Stefano dove immerso nel verde, sorge il convento di San Francesco, che ospitò il Santo durante il suo soggiorno a Subiaco del 1223.
Caro lettore, ti suggeriamo di mettere in agenda la possibilità di ritornare nel periodo in cui tutti i vicoli e le vie del borgo sono allestiti a festa per una delle sagre più caratteristiche dell’area Prenestina: la “Sagra del Fallacciano”, dolce e succoso frutto, eccellenza di questo territorio.
Come arrivare:
Autostrada Roma – Napoli: Uscita Valmontone e seguire le indicazioni per Olevano Romano e Bellegra
Autostrada Roma – L’Aquila: Uscita Castel Madama e seguire poi le indicazioni per Olevano Romano e Bellegra
Info e prenotazioni:
www.grottadellarco.com
grotte@sotterraneidiroma.it
Centro ricerche speleoarcheologhe:
www.sotterraneidiroma.it
prolocobellegra@tiscali.it
PROLOCO DI BELLEGRA: www.bellegra.eu/