Nella seconda metà di novembre, subito dopo San Martino (11 novembre), si festeggiano la vendemmia e la spremitura delle olive con tradizioni e usi diversi in tutto il Lazio.

San Martino, Vescovo e confessore, venerato come santo dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa ortodossa e da quella Copta, era nativo dell’attuale Ungheria. L’11 novembre si ricorda il giorno dei suoi funerali a Tours, oltre 1700 anni fa. Nei secoli, la festa di San Martino si è trasformata in una ricorrenza enogastronomica dedicata all’olio e al vino.

“Per San Martino ogni botte è vino” e “A San Martino ogni mosto diventa vino” sono due dei vecchi proverbi che recitano l’usanza di aprire le prime botti di vino novello l’11 novembre. Infatti, conclusi i lavori agricoli, la raccolta dei frutti, la preparazione delle scorte e le semine autunnali è giunto il momento di degustare il primo bicchiere.

Ma perché? In passato, il baratto avveniva con un alimento ricercato, il vino. Dunque, avere il vino pronto entro la metà di novembre era fondamentale. Ecco da dove nasce il vino novello che non è semplicemente un vino giovane. Il novello fu ottenuto in Francia da un processo di vinificazione specifico che dà vita a un vino fruttato, commercializzato solo da fine ottobre e consumato entro pochi mesi dall’imbottigliamento.

L’associazione del vino novello con le castagne è immediata, ma novembre è anche il mese dell’olio nuovo che, appena franto, è al massimo della sua sapidità perché è semplice succo d’oliva.

Tra magre verità, credenze popolari e magiche leggende, l’11 novembre è il giorno in cui si ringrazia San Martino, il Patrono dei soldati, dei viaggiatori, del bestiame, dei cavalieri e dei cavalli, dei sarti, dei sommelier e… dei cornuti! Perché? Le bestie alle fiere erano animali con le corna e l’11/11, indicato con le due mani, simboleggia un bel paio di corna!

 

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