Sant’Angelo Romano è il piccolo borgo sul monte Patulo, un’altura dei Monti Cornicolani, dove scoprire il Castello Orisini Cesi e il Bosco o Macchia di Gattaceca, circa 1000 ettari di natura nella valle del Tevere.

Sant’Angelo Romano era chiamata Medullia dai Romani. La rocca dell’anno Mille era circondata da una cinta muraria e nel 1200 divenne un feudo dei Capocci. Successivamente gli Orsini la tramutarono in un castello fortificato. Nel Rinascimento, alla fine del 1500, il feudo passò alla famiglia Cesi. Visse il suo periodo di massimo splendore con Federico Cesi, un amante della cultura e della natura che nel 1600 fondò l’Accademia dei Lincei a Roma. Alla fine del 1600 il feudo fu ceduto ai Borghese. Alla fine del 1800 si cambiò il nome da Sant’Angelo in Capoccia, in onore della famiglia Capocci, nell’attuale Sant’Angelo Romano.

Il Castello Orsini Cesi fu fondato nella seconda metà del 1100 per volere del senatore Giovanni Capocci. La rocca dei Capocci era un’alta torre quadrata racchiusa in un recinto quadrangolare. Dalla fine del 1300 alla metà circa del 1400 la fortezza fu trasformata dalla famiglia Orsini per esigenze militari, aggiungendo dei robusti torrioni circolari e rinforzando le mura. Inoltre, fu costruito il palazzo signorile.

Lo scienziato e naturalista Federico Il Cesi, principe di Sant’Angelo e duca di Acquasparta, trasformò il piano nobile in un appartamento, aggiungendo una scala d’ingresso a doppia rampa. Federico II Cesi fece incidere il suo nome con il titolo nobiliare sull’architrave di porte e finestre, mentre nella sala nobile aggiunse l’albero genealogico dei Cesi e della sua seconda moglie, Isabella Salviati. Le pareti sono decorate con raffigurazioni simboliche legate agli antenati e ricercate epigrafi in latino. Gli affreschi della sala nobile sono attribuiti a Riccardo Ripanelli.

Il Castello passò ai Borghese alla fine del 1600 e affrontò una lunga decadenza. Nell’Ottocento fu costruito un frantoio e alcuni locali furono adibiti a deposito per il grano. Dal 1990 il Castello è stato restaurato e oggi ospita il Museo Preistorico del Territorio Tiberino-Cornicolano, aperto al pubblico dal giovedì alla domenica.

Il Museo Preistorico del Territorio Tiberino-Cornicolano è dedicato alle testimonianze fossili e archeologiche del territorio relative alla presenza umana e faunistica durante il Pleistocene medio glaciale. Le collezioni esposte, consistenti perlopiù in una gran quantità di reperti ceramici e litici, sono in buona parte frutto di rinvenimenti avvenuti in modo fortuito a partire dalla seconda metà del 1800. Vera particolarità del museo è la sala della Grotta dello Sventatoio di Poggio Cesi, un’interessante cavità usata nell’età del Bronzo a scopo di culto.

Il Bosco di Grotte Cerqueta, o Bosco di Nardi, è un’area naturale protetta a Sant’Angelo Romano, inclusa nella Riserva Naturale Macchia di Gattaceca e Macchia del Barco. Quest’area ricca di manifestazioni carsiche ipogee ed epigee mostra una serie di doline, i Fossi, e grotte immerse tra le querce.

La Riserva Naturale Regionale di Macchia di Gattaceca e Macchia del Barco è un bosco di circa 1000 ettari tra la valle del Tevere e i Monti Cornicolani, all’interno della Sabina Romana. Il paesaggio collinare a mosaico riserva alcune zone al pascolo e alle coltivazioni. L’area è tutelata per l’intenso carsismo, tra doline, grotte e inghiottitoi. Il più famoso è famoso il Pozzo del Merro, uno dei più profondi del mondo, la Buca di San Francesco e le doline di Bosco Nardi-Grotta Cerqueta. Ci sono anche alcune testimonianze storiche e archeologiche che vanno dalla preistoria al medioevo, come le cisterne romane del II secolo d.C. e l’area archeologica della via Nomentum-Eretum.

La pizza Varata è una specialità immancabile sulle tavole di Sant’Angelo Romano nel periodo pasquale.

 

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INFO UTILI
distanza da Roma 41 km
da non perdere Bosco di Grotte Cerqueta
sito web Comune di Sant’Angelo Romano

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