Siamo nel cuore di Roma, nel bel mezzo del Tevere è la famosa Isola Tiberina, formatasi formato, secondo la leggenda, durante il regno di Tarquinio il Superbo nel 510 a. C. in tempi antichi, qui era un tempio dedicato al dio di Asclepio, e ora, come la storia si ripete e si evolve, è l’ospedale Fatebenefratelli dove molti romani vantano di essere nato, come difendere romainité intrinseca. A parte questo, le pelli dell’isola, oltre le rovine di una storia indissolubilmente connessi alla medicina, anche due belle chiese: St. Barthélemy-en-l’Ile, facilmente visibili, e, camoufleée, dedicato a San Giovanni Calibita .

La prima è una basilica, costruita nell’anno mille dall’imperatore Ottone III, ed è attualmente luogo commemorativo dei “nuovi martiri” del XX secolo. Nella loro memoria è stata posta una grande icona sull’altare maggiore e molti ricordi sono nelle cappelle laterali. Con contro, entrando sull’isola di Via Quattro Capi Ponte, se prestiamo attenzione, sulla destra, gli edifici unificate dell’ospedale, si trova la chiesa di San Giovanni Calibita, costruita nel XVI secolo.

Sulla facciata troviamo, in un’edicola sacra, un affresco legato a un evento miracoloso: Nostra Signora della Lampada. Durante l’alluvione del 1557 l’immagine fu sommersa dal trabocco del Tevere e con essa la lampada in alto, che tuttavia rimase incredibilmente illuminata fino a quando l’acqua non si fu ritirata. Come sempre, la devozione del popolo romano si è immediatamente impegnata a questa immagine della Madonna.

 

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