Tappa 6: da Monterotondo a Monte Sacro
La sesta tappa del Cammino di San Francesco parte da Monterotondo ed arriva nel quartiere romano di Monte Sacro.
La tappa ha una lunghezza di 18,7 km.

Il Duomo di Monterotondo, foto da fecebook@DuomoMonterotondo
Partiamo dal Duomo di Monterotondo, che merita senz’altro una visita.
La Basilica di Santa Maria Maddalena, Duomo di Monterotondo, fu edificata nel XVII secolo dopo che il feudo fu venduto dagli Orsini ai Barberini. Una Basilica dedicata a S. Maria Maddalena era già stata edificata tra il Trecento e il Quattrocento ma successivamente, vista la crescita del comune, si decise di edificare un edificio di culto più grande.
La facciata del Duomo è in stile barocco e l’interno è una navata unica a croce latina.
L’altare maggiore è costituito da un sarcofago in marmo bianco. Nell’abside sono presenti finestre in vetri policromi. Nella volta è presente un grande affresco attribuito a Giovanni Domenico Piestrini datato al XVIII secolo. Nelle cappelle sono presenti tele e statue lignee.
Una volta visitato il Duomo si scende per Via Sant’Angelo per dirigersi verso Valle Ricca, che segna il confine con Roma.

Veduta dall’alto della Riserva naturale della Marcigliana, foto da Consiglio Regionale del Lazio
In prossimità di Monterotondo, in un’area che comprende anche i comuni di Fonte Nuova, Mentana, Guidonia e Roma si estende la Riserva naturale della Marcigliana.
Proseguendo il Cammino si entra proprio all’interno della Riserva.
Istituita nel 1997 l’area è tra le più grandi zone protette capitoline e si estende per circa 4.000 ettari. Nella riserva si incontrano zone a pascolo, ampi coltivi e campi aperti nonché diverse torri medievali. Le zone a macchia sono abitate da alberi di querce, cerri, roverelle, olmi e felci.

Crustumerium, foto da www.soprintendenzaspecialeroma.it
In quest’area sorgeva l’antica città latina di Crustumerium, a controllo di un antico percorso viario tra l’Etruria e la Campania. I primi insediamenti risalgono all’Età del Ferro, ma il centro acquista una vera e propria connotazione urbana tra il VII-VI secolo a.C.
Le fonti riferiscono che la città fu nel tempo alleata e nemica di Roma e che le donne di Crustumerium furono vittime insieme alle Sabine del ratto ad opera di Romolo.
Tuttavia, la città cadde definitivamente in mano romana solo durante i primi anni della repubblica, quando vi fu istituita la tribù Crustuminia. Nel corso degli anni Ottanta la Soprintendenza archeologica di Roma ha condotto una campagna di scavo che ha riportato alla luce un centinaio di tombe facenti parte di una ricca necropoli. Oggi l’area è visitabile tramite un percorso di interesse archeologico-naturalistico che mette in evidenza non solo le sepolture ma anche i corredi e gli oggetti rinvenuti, mediante la riproduzione degli originali e la posa nel luogo in cui sono stati trovati.

Castello della Marcigliana
Posta su uno sperone tufaceo a dominio del fosso omonimo, svetta Tor S. Giovanni. Costruita nel XIII secolo la torre poteva comunicare con i più importanti luoghi fortificati della zona. Nel 1564 divenne di proprietà dell’Ospedale di S. Giovanni di cui assunse il nome.
La Torre della Marcigliana invece fa parte di un complesso più grande ossia di un castello, che riportano le cartografie del Seicento. Successivamente, nel corso del XVI e XVII secolo, secondo le esigenze dei nobili proprietari, fu trasformata in villa. Nell’Ottocento fu dei Carpegna e nel Novecento dei Grazioli. Attualmente il complesso comprende diversi fabbricati in cui è presente anche una cappella.

Basilica e Catacombe di S. Alessandro, foto da www.romanatura.roma.it
All’interno della Riserva sono presenti anche la Basilica e le Catacombe di S. Alessandro. Il complesso paleocristiano è meglio identificato da un’iscrizione marmorea che lo vuole appunto dedicato ad Alessandro e ai suoi compagni martiri Evenzio e Teodulo, vittime della persecuzione operata da Diocleziano. Nel IV secolo d.C. il Vescovo Urso promosse l’edificazione di un martyrium. Durante la guerra gotica nel VI secolo d.C. le catacombe furono devastate dalle milizie di Alarico e Gensenico. Al centro della basilica vi è l’altare che segnala le sepolture dei martiri. Sul pavimento vi sono diverse iscrizioni sepolcrali riferite ai fedeli dei martiri ed ai vescovi. L’attuale sistemazione del complesso è opera dell’ingegnere Vici e risale al 1936.
Nonostante la Riserva sia in buona parte di proprietà privata e quindi non visitabile, negli anni Novanta è stato inaugurato un sentiero natura di circa 2.200 ettari che conduce il visitatore alla scoperta dell’area naturalistica e storico-archeologica, anche mediante la presenza di pannelli didattici per adulti e bambini.

Chiesa dei SS. Angeli Custodi a Roma, foto da wikipedia
Uscendo dal parco si continua per Via Tor San Giovanni, poi Via della Bufalotta e Viale Adriatico. Salendo su una breve scalinata si prosegue per Via di Monte Argentario, poi Via Titano fino alla Chiesa dei SS. Angeli Custodi, che domina Piazza Sempione.
La chiesa fu costruita tra il 1924 e il 1925 e si presenta in forme monumentali classicheggianti. La facciata presenta un rosone sotto il timpano e un portone finemente decorato.
L’interno è ricco, decorato con affreschi e dipinti, che si possono ammirare sia nella cupola che sulle pareti.
Ci troviamo nel quartiere di Monte Sacro e la sesta tappa del Cammino termina proprio a Piazza Sempione.
La tappa è percorribile in 7 ore e il grado di difficoltà è facile.