Phaseolus vulgaris. Questo il nome del raffinatissimo legume che si coltiva intorno al Lago del Turano, in Sabina, provincia di Rieti.

E’ piccolo, rotondo, tanto da ricordare un pisello – ed ecco il perché del nome! – delicatissimo e bianco, come una perla.

E la sua buccia è così sottile da diventare impercettibile dopo la cottura, anche per i palati più esigenti.

Si coltiva esclusivamente sulle pendici del Lago del Turano, a ridosso delle montagne, in piccoli appezzamenti, molto scoscesi, a 900 metri d’altezza.

Ma la sapienza e le capacità dei produttori fanno crescere in fretta le pianticelle, che si arrampicano anche fino a 3 metri d’altezza.

Il gusto delicato e la consistenza pastosa, uniti alla buccia che rimane aderente al seme, ne fanno un prodotto eccellente, di nicchia, molto ricercato e difficile da trovare se non nei mercati della zona, perfetto nelle minestre, in insalata condito con l’olio Evo Sabina DOP, oppure assieme a piatti di carne stufata.

Anche la sua storia è bella.

Tra gli anziani contadini si racconta che il seme sia stato portato a Colle di Tora da una signora, emigrata in Sud America durante i primi anni del Novecento.

Signora che, di ritorno dalle Ande secondo alcuni, dal Brasile secondo altre fonti, portò con sé un sacchetto di queste bianche ‘perle’ di bontà, per la delizia di tutti.

Il Fagiolo a Pisello è un prodotto agroalimentari tradizionale italiano (PAT).

 

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