A un paio d’ore da Roma, la Sabina e il Cicolano custodiscono segni tangibili della storia dei Romani e del loro forte legame con il territorio della provincia di Rieti, percorsa trasversalmente dal fiume Velino, nella natura incontaminata dei boschi millenari e dell’omonima valle, culla dei siti archeologici.
Gli Antichi Romani s’ingegnarono nella costruzione di reti stradali per collegare l’Urbe al mar Adriatico, interesse dovuto alla fornitura di olio e prodotti alimentari. Questa arteria di collegamento era la “via del sale”, l’attuale consolare via Salaria, una via che dal mare di Roma arriva fin sulle montagne, dove si trasportavano generi alimentari e marciarono gloriosi eserciti. La Salaria divenne una delle strade più importanti dell’Impero Romano per garantire il prosperare del commercio verso oriente.
Percorrendo il tracciato dell’antica Consolare, tra i monti Giano, Nuria e Terminillo, sono visibili manufatti di epoca romana, le cosiddette “pietre miliari”, grandi colonne circolari o rettangolari che hanno fatto giungere fino ai giorni nostri molte informazioni del tempo: la distanza da Roma, la distanza dalla città precedente e successiva.
Molte le tracce ancora oggi visibili degli Antichi Romani, come i resti del Ponte del Diavolo, verso Rieti o le rovine di antiche ville.
Gli anni passano le bellezze restano! Pensate che nel 271 a.C. il console Manio Curio Dentato avviò i lavori di costruzione di un canale per far defluire, attraverso un salto di molti metri, le acque del fiume Velino direttamente nel fiume Nera, affluente del Tevere.
A circa due ore da Roma, in località Caporio di Cittaducale, è conservato un imponente complesso archeologico, le Terme di Cotilia o Terme di Vespasiano (II secolo a.C.), dove potrete ammirare la grande vasca quadrangolare, un tempo alimentata da una sorgente le cui acque scendevano a cascata dal ninfeo soprastante. I poteri curativi di queste acque furono decantati da autori latini del calibro di Seneca, Plinio, Tito Livio e Virgilio. Le terme sono tutt’ora in uso.
A 180 chilometri da Roma, a Castel Sant’Angelo, al di sopra del lago di Paterno, c’è un monumento di particolare imponenza: la Villa di Tito. Non sono ben chiare le funzioni di questo grandioso monumento, forse pertinenti alla pars urbana di un’imponente villa rustica, di certo proprietà di un’importante famiglia, forse gli stessi Flavi.