Se sei a Roma durante una calda estate, come quella di quest’anno, poche sono le cose positive a disposizione. Una su tutte è lei, la grattachecca. E’ proprio l’estate che si attende per affondare il cucchiaio in quel bicchiere, ricco di ghiaccio trito, cosparso e annegato in sciroppi e frutta fresca.
Nella top ten dei gusti più richiesti c’è sicuramente il Lemoncocco, magico miscuglio di ghiaccio, cocco in sciroppo e a pezzi e limone. C’è poi chi “alza il tiro” e insieme al limone trita anche gustose e meno acri bucce di cedro. C’è anche chi punta alla grattachecca per mantenere la linea e lascia tutti gli ingredienti fuorché lo sciroppo.
Il consiglio è uno solo: mangiatela velocemente perché con questo caldo finirete con il bervi una limonata, per giunta calda e senza zuccheri!
I primi chioschi romani, di fatto, la grattachecca ha origini abruzzesi per chi si fosse illuso della paternità, compaiono a Trastevere il secolo scorso. All’epoca, era considerata la versione più economica del dessert da passeggio, dal momento che i gelati, più costosi, erano destinati a una clientela borghese.
Oggi, sono tantissimi i chioschi di grattachecche, più o meno uno per ogni quartiere, alcuni aperti tutto l’anno, altri durante l’estate.
E qui bisogna fare attenzione tra la grattachecca doc e la granita, la prima “è n’artra cosa”. Il suo nome già lo spiega: si tratta di ghiaccio grattato da una lastra con un apposito macchinario di ferro.
si dice che…
il nome “grattachecca” derivi, da una tale Francesca, che anticamente grattava il ghiaccio. Per esortarla, le persone attorno a lei usavano dire “gratta, Checca”. Checca era proprio il diminutivo di Francesca.
Facciamo quindi un tour tra i grattacheccari doc.
Andiamo a Città del Vaticano, all’inizio di via Trionfale che fa angolo con via Telesio c’è la Sora Maria, classe 1933! Ora c’è sua figlia Gabriella, che ha mantenuto la qualità della mamma! Quest’anno poi, il chiosco si è anche rinnovato a causa dell’emergenza Covid-19, Gabriella ha pensato di creare una cassa adiacente al chiosco con tanto di plexiglass e igienizzante mani!
C’è poi Er chioschetto di San Giovanni è autocelebrativo: sul fondo verde capeggia la scritta “la mejo grattachecca di Roma”. Qui, in Via Magna Grecia (angolo con Via Corfinio), la grattachecca più in voga è sicuramente l’amarena, con pezzi di cocco e amarena sciroppata sopra, ma anche gli altri gusti come limone (rigorosamente con spremitura di limoni freschi) e frutta di stagione.
Per i testaccini doc, non ci sono dubbi: il vero re del Lemoncocco è a Testaccio, Via Giovanni Branca 122, superata la piazza di Santa Maria Liberatrice, dove la grattachecca con limone e succo di cocco è imperdibile.
Alla Fonte d’Oro, la “grattachecca più grattachecca” di Trastevere, è qui, su Lungotevere Raffaello Sanzio da ben 4 generazioni, parrebbe ci sia passato anche Leonardo Di Caprio, senza esser riconosciuto!
Tra i personaggi illustri che hanno assaggiato la grattachecca romana c’è anche Michelle Obama che non si è fatta scappare quella della Sora Mirella all’Isola Tiberina!
E voi che aspettate!