«Al mio segnale scatenate l’inferno» così Massimo Decimo Meridio, (l’attore Russell Crowe), nel incitava l’esercito romano alla vittoria contro la popolazione germanica dei Marcomanni. Immagini che rendono omaggio alla Roma Imperiale, che fanno rivivere la storia della grandezza di Roma sotto l’imperatore Marco Aurelio nel 180 d.C., ricostruita con le più sofisticate tecnologie prestate al cinema. A tal punto da aggiudicarsi 5 premi Oscar (nel 2000) e grande successo di botteghino.

Dalla finzione alla realtà. Due passi tra i luoghi del film, dai Fori Imperiali al Colosseo, in una carrellata di siti archeologici più visitati del mondo. Si propone un tour tra i monumenti che hanno fatto da sfondo alle scene più belle (anche il film non è una ricostruzione fedele alla storia).
– Fermo immagine che esalta la bellezza della basilica di Massenzio e l’Arco di Costantino, edificati però nel IV secolo d.C, quindi più di un secolo dopo l’epoca di Marco Aurelio e Commodo;
– nelle panoramiche dall’alto appaiono cupole proprie dell’architettura rinascimentale e successiva, simili a quelle di Sant’Andrea della Valle o di Santa Maria di Loreto, nei pressi del Vittoriano e della Colonna Traiana;
– la scena del trionfo di Commodo è ambientata nel Foro Romano;
– alcune sequenze del film sono state ricostruite sulla base del diorama del museo della Civiltà Romana (all’Eur). E certamente non c’era bisogno di consultare la storia per le riprese del Tempio di Venere, che si trova esattamente nello stesso posto da altre duemila anni (è possibile visitarlo);
– la famosa arena indicata nel film, ove avvengono le battaglie dei Gladiatori e la scena finale del combattimento tra Massimo Meridio e Commodo, corrisponde all’attuale Colosseo.

 

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