Il progetto per la realizzazione di un museo per le arti contemporanee ha una storia lunga e travagliata. Di fatto, la prima pietra per la costruzione dell’edificio si posa nel 2000 e il cantiere dura oltre dieci anni, ma l’idea ha radici anche più remote.

Grazie ad un concorso internazionale, l’architetto anglo-irachena Zaha Hadid si aggiudica il progetto e mette mano ad un museo monumentale di oltre 26.000 metri quadrati tra interni ed esterni.

Si tratta di uno spazio assolutamente nuovo, che non ha simili al mondo, riconosciuto come l’edificio più bello del pianeta nel 2010. Offre al visitatore un percorso fluido, costituito da saloni molto alti e ampi che invitano ad andare sempre avanti, alla scoperta di una collezione di oltre 300 opere d’arte contemporanea.

Circa 90 sono quelle esposte e vanno da Piero Manzoni a Luigi Ontani, da Jannis Kounellis a Giuseppe Penone fino ai giovani Francesco Vezzoli e Grazia Toderi. Significativi il Triplo Igloo di Mario Merz, l’installazione “Where is your place?” dei Kabakov e Widow di Anish Kapoor.

L’esposizione delle opere ruota periodicamente e dialoga con le mostre temporanee, che convivono con i progetti di architettura. Il Maxxi è infatti diviso in due: Maxxi Arte e Maxxi Architettura, dedicato a progetti di studio sugli architetti del Novecento e sulle tendenze più all’avanguardia.

La Fondazione Maxxi promuove anche il Premio Arte Italia dedicato agli artisti che hanno già una breve ma significativa carriera alle loro spalle, oltre a interessanti progetti rivolti agli archivi di arte contemporanea diffusi sul territorio.

 

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