Dopo il periodo fastoso della presenza etrusca e romana, la zona dell’attuale provincia di Viterbo visse una nuova fioritura in epoca medioevale. Facilitata dalla posizione strategica sulla via Cassia/Francigena, intorno all’anno Mille Viterbo aumentò di importanza con la presenza dei Longobardi, che la scelsero per le sue fortificazioni.

Divenne poi sede vescovile nel 1192, continuando a prosperare nel corso del Duecento, soprattutto dopo la lotta del cardinal Capocci contro l’Imperatore Federico II di Svevia: per merito suo i viterbesi uscirono vittoriosi dall’assedio dell’imperatore alla città.

Nello stesso periodo storico visse e operò anche la giovane Santa Rosa, nata con una malformazione gravissima alla spina dorsale, che la portò a dedicare la sua breve vita (morì a 18 anni), al soccorso dei poveri e dei malati. La Santa celebra la sua ricorrenza il 3 settembre, con la celebre processione detta “macchina di Santa Rosa”, bene immateriale dell’UNESCO.

All’apice dello splendore Viterbo divenne sede pontificia (e perciò detta cIttà dei papi). Testimonianza è il Palazzo Papale, eretto tra il 1255 e il 1267, con la famosa Loggia delle Benedizioni, di impronta gotica. Vi furono eletti tra gli altri Urbano IV nel 1261 e Giovanni XXI, sepolto nella Cattedrale. Ma la grande notorietà è legata alla lunghissima ‘vacanza’ del soglio pontificio alla morte di Clemente IV nel 1268, che si concluse con l’elezione di Gregorio X, circa due anni dopo, a seguito del primo Conclave della Storia.

La scomunica alla città lanciata da Martino IV nel 1281 e l’esilio della sede apostolica ad Avignone per gran parte del Trecento decretarono la fine del periodo aureo di Viterbo, almeno per il Medioevo.

La città conserva preziose testimonianze di quei tempi: il Palazzo dei Papi, la cattedrale di San Lorenzo, la festività di santa Rosa; ma è soprattutto il quartiere di San Pellegrino a far rivivere l’atmosfera medievale di Viterbo, con la straordinaria conservazione della sua architettura civile, fatta di torri, vicoli, case con finestre a bifora e sporti, vie voltate e portici, mantenuti anche grazie alla continuità abitativa del quartiere.

In direzione Roma, l’Abbazia cistercense di San Martino al Cimino e le cittadine di Tuscania e Tarquinia rappresentano dei veri gioielli dell’architettura e dell’urbanistica medioevali.

A Tuscania la cinta muraria con il castello del Rivellino e le chiese romaniche di San Pietro e di Santa Maria Maggiore, miracolosamente scampata alla distruzione del terremoto del 1971, sono un’esperienza emotiva da non perdere. Parimenti emozionanti sono le torri e il centro storico di Tarquinia.

Meritano una visita anche Ronciglione e Caprarola, sul Lago di Vico, Montefiascone sul Lago di Bolsena e Acquapendente, seconda tappa della via Francigena verso Roma dopo il piccolo borgo di Proceno, con il castello turrito, al confine con la Toscana.

Assolutamente imperdibile è Civita di Bagnoregio, uno dei borghi medioevali più belli d’Italia.
Il paese, conosciuto anche come la città che muore, quasi abbandonato a causa della precarietà delle rocce tufacee su cui fu costruito, è meta costante di visitatori da tutto il mondo per la sua romantica bellezza e la sua posizione in cima ad un colle tra due vallate al di sotto delle quali scorrono due torrenti (Rio Chiaro e Rio Torbido).

 


 

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