Nel Lazio, la Sambuca tipica è romana e viterbese. Andiamo a conoscerle.

La Sambuca romana è a base di olii essenziali derivati dalla distillazione a vapore dell’anice stellato e dell’anice verde con l’aggiunta di una soluzione concentrata di zucchero, sambuco, coriandolo e altri aromi naturali.
Questo liquore dall’inconfondibile profumo intenso di anice ha una gradazione alcolica di circa 40°.

Importato alla fine del 1600, l’anice verde è il più noto in Occidente. La sambuca deriva il suo nome da un termine arabo, Zammut, una bevanda a base di anice giunta nel porto di Civitavecchia dall’Oriente. La Sambuca Romana si produce dall’inizio del 1900 a Roma e dintorni.

La Sambuca viterbese è un distillato a caldo a base di anice stellato, sambuco, alcol, zucchero e acqua. È un liquore incolore dal forte aroma di anice e gusto dolce.

Anche l’anice stellato giunse in Occidente alla fine del 1600, ma pare fosse già noto agli Etruschi e, nel Medioevo, coltivato nei conventi.

La ricetta della Sambuca viterbese è segreta e si diffuse agli inizi del ‘900 in tutta Europa e negli USA. Ad oggi, sono due le distillerie storiche: la Gorziglia, fondata nel 1904, e la Viterbium, fondata nel 1906.

Già negli anni 70, l’anice era utilizzato a Viterbo in diversi prodotti della pasticceria secca tradizionale. D’estate, con ghiaccio e l’aggiunta di acqua, diventa una piacevole bevanda anticaldo.

 

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