Uno dei monumenti romani più famosi al mondo è l’Anfiteatro Flavio, meglio conosciuto col nome di Colosseo. Fu costruito dagli imperatori della dinastia Flavia: Vespasiano, che diede inizio ai lavori nel 72 d.C., suo figlio Tito, che lo inaugurò nell’80 d.C. e Domiziano, fratello di quest’ultimo, che ne ultimò la costruzione e gli arredi decorativi.

La funzione dell’anfiteatro era quella di ospitare i munera gladiatoria, i famosi combattimenti tra gladiatori (i quali in epoca imperiale andarono ad affiancare i ludi circenses, ospitati presso il Circo Massimo) e le cosiddette venationes, simulazioni di caccia ad animali feroci ed esotici, provenienti dalle più lontane province dell’Impero.

La costruzione dell’anfiteatro più famoso del mondo fu finanziata con il bottino ricavato dal saccheggio del tempio di Gerusalemme, conquistata da Tito nel 70 d.C. La scelta della zona non fu affatto casuale: al confine del Foro Romano, al centro di una valle in cui si apriva un enorme lago artificiale, fatto realizzato dall’imperatore Nerone su un terreno pubblico per decorare la sua fastosa residenza, la Domus Aurea. Vespasiano riparò il sopruso del suo predecessore restituendo l’area alla collettività e guadagnandosi in questo modo un ampio favore popolare.

Il nome dell’Anfiteatro Flavio conserva, però, ancora ai nostri giorni il riferimento all’imperatore forse più odiato nella storia di Roma: infatti, il termine Colosseo, con il quale è famoso in tutto il mondo e attestato a partire dal VIII secolo, deriva in realtà dall’enorme statua di bronzo dorato raffigurante Nerone che si trovava proprio nei pressi del monumento, detta “colosso” per le sue enormi dimensioni.

Nel IV secolo l’Imperatore Costantino vietò i giochi gladiatori e il Colosseo lentamente perse importanza, anche per le limitate disponibilità economiche che non permettevano più l’allestimento di sfarzosi spettacoli. Gli ultimi giochi attestati furono indetti dal re di origine ostrogota Teodorico nel 523 d.C.

Dalla seconda metà del VI secolo la struttura subì la spoliazione sistematica dei materiali: il travertino della struttura portante, i rivestimenti marmorei, i blocchi di tufo e gli innumerevoli mattoni laterizi, le grappe metalliche che tenevano unite tra di loro le varie pietre (il cui saccheggio è testimoniato dai numerosissimi fori visibili nel travertino).

Solo in occasione del Giubileo del 1750 Papa Benedetto XIV pose fine ai furti di materiale, trasformando il Colosseo nel luogo ove commemorare i martiri Cristiani: fece erigere una grande croce al centro dell’arena e quattordici cappelle per la Via Crucis, che ancora oggi si celebra qui ogni Venerdì Santo.

 

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