Le origini celate nel mito, una natura incantevole a fare da cornice, e tanta storia a riempire le medievali stradine. Così si presenta Greccio, splendido borgo medievale arroccato alle pendici del Monte Lacerone, in un luogo incantato, attorniato da boschi ricchi di lecci e querce, con la piana reatina ai piedi, a volte coperta da basse nuvole bianche.
La leggenda vuole che Greccio sia stata fondata da una colonia greca, esiliata dalla propria patria. Il luogo venne scelto perché bello, per la posizione, a 750 metri d’altezza, per l’ottima difendibità. Alla spalle il monte; davanti, aperta, la valle. Il nome in origine fu Grecia, si racconta, per poi divenire Grece, Grecce e infine Greccio.

Papa Francesco a Greccio
Sia per la posizione, dalla quale si gode di uno splendido panorama, sia per la presenza di numerose testimonianze storiche e religiose, Greccio trasmette ai visitatori un fascino raro che richiama atmosfere d’altri tempi. Fa la sua parte anche il fascino del territorio: una natura incontaminata, tanti percorsi perfetti per coloro che desiderano vivere un’esperienza speciale, negli stessi boschi in cui san Francesco amava trascorrere momenti di meditazione, immerso nelle bellezze del creato.
Tra i percorsi naturalistici-religiosi, il sentiero “Natura e Spiritualità”, facile e alla portata di tutti, è fattibile in ogni stagione. Con i suoi 1200 metri, il tracciato si copre comodamente in trenta minuti. Se poi ci si attarda a contemplare la natura e i paesaggi della valle sottostante, il fascino prevale e il tempo si dilata; vi sono dei punti panoramici dove è possibile far spaziare l’occhio lungo tutto l’arco della pianura reatina, con il Terminillo, maestoso, davanti.
Lo stesso vale per il percorso “Da Greccio alla Cappelletta”, un antico cammino che si sviluppa in uno scenario panoramico unico sulla Valle Santa di Rieti. Un luogo incantevole anche questo, e anche da qui si gode una veduta panoramica a 360° sull’intera Valle Santa con il Monte Terminillo, e verso la terra Sabina, a ovest. Da qui, nei giorni di particolare limpidezza, si arriva addirittura a scorgere la cupola della Basilica di San Pietro a Roma. Era il sentiero che nel ‘200 percorreva Giovanni Velita, feudatario di Greccio e grande amico di Francesco, per arrivare alla Cappelletta, a 1205 metri, il primo rifugio di san Francesco in questo territorio. In memoria santo nel 1712 papa Clemente XI fece erigere l’edificio che conclude il percorso.
Greccio. E’ un nome legato storicamente alla figura di san Francesco, che proprio qui diede vita al primo presepe vivente nel 1223; Francesco e il Velita realizzarono la rievocazione della nascita di Gesù, il primo Presepe della storia, che nei secoli successivi sarebbe stato replicato in tutte le case del mondo, simbolo ecumenico del Natale. E vuol dire Presepe; e non c’è luogo al mondo dove questa tradizione si riesca a toccare con mano in maniera così profonda: ogni anno, come 796 anni fa, il borgo si trasforma, per tutto il mese di dicembre e fino all’Epifania, nel “Borgo del Natale”, grazie alla storica rievocazione.
Alla rappresentazione della Natività si affiancano i caratteristici Mercatini allestiti nelle casine di legno con decine di espositori: artigianato, presepi artistici, idee regalo, prodotti tipici, articoli natalizi intagliati nel legno, decorazioni in vetro, ceramiche, ricami, gioielli, profumi, candele, dipinti, cucito creativo, bijou, sculture ispirate alla natura, quaderni e agende in cuoio; e visto che il Natale si celebra anche in tavola, gli stand gastronomici fanno da cornice al bellissimo borgo medievale perfettamente ristrutturato ed ogni sera servono i migliori piatti della tradizione locale, opportunamente protetti dal clima invernale di mezza montagna. Non può mancare il Villaggio di Babbo Natale: qui gli elfi danno il benvenuto ai piccoli visitatori nel loro bosco, dove il simpatico vecchietto con la barba bianca e vestito di rosso li attende in un ambiente ricco di luci, addobbi e sorprese tra giochi, canti, letterine e attività creative.
Pochi borghi hanno, come Greccio, la capacità di sorprendere e catturare il cuore del visitatore, grazie anche a luoghi come il Santuario francescano del Presepio, conosciuto in tutto il mondo come la ‘Betlemme Francescana’, culla del Presepio. Appena entrati lo sguardo cade sulla Cappella del Presepio, edificata nel 1228, lo stesso anno della canonizzazione di san Francesco, proprio sul luogo dove avvenne la rievocazione. Nella Grotta un bell’affresco di scuola umbra risalente al XIV secolo rappresenta il Natale di Betlemme e il Natale di Greccio. Si possono visitare, poi, i luoghi dove Francesco mangiava e riposava, ricavati dalla nuda roccia; e nella parte superiore il piccolo dormitorio ligneo del XIII secolo, almeno nei suoi elementi meglio conservati, detto di San Bonaventura, ambiente diviso in numerose celle dalle piccolissime dimensioni e la cappellina divisa in due ambienti, con gli stalli corali dove la piccola comunità dei frati minori celebra le sacre funzioni. la Chiesa moderna, della metà del ‘900, nel piazzale del convento conserva interessanti presepi di diversi artisti.
Greccio non finisce qui. Le sorprese continuano scoprendo la cittadina, che fa parte del prestigioso club dei “borghi più belli d’Italia”, con il centro storico completamente ristrutturato trasformato nel tempo in una sorta di galleria d’arte a cielo aperto: il Sentiero degli artisti, con i suoi 26 affreschi di pittori internazionali sui muri esterni delle antiche case, rappresenta una passeggiata nell’arte e nella cultura francescana nel mondo.
Nella ‘culla’ del presepio certo non può mancare il Museo Internazionale del Presepio, che accoglie espressioni artistiche della Natività provenienti da ogni parte d’Italia, e tantomeno chiese, antiche e antichissime: nella bella piazza al cuore del centro storico si affacciano la Collegiata di San Michele Arcangelo, le cui origini sembrano risalire all’XI secolo, e la Chiesa della Madonna del Giglio, edificata agli inizi del 1400 dai monaci benedettini, rimaneggiata in età barocco.
Da non dimenticare il gusto dei prodotti e dei piatti tipici della cucina sabina, preparati con delizie di stagione tra cui funghi, tartufi, asparagi, lepre, cinghiale e gamberi di fiume.