Ci siamo, è il 19 marzo, la Festa del Papà e abbiamo in serbo una sorpresa molto speciale. Non solo i bignè ma un intero Menù di San Giuseppe. Arrotolate le maniche del pigiama e iniziamo subito il viaggio con papà alla scoperta delle antiche tradizioni culinarie (e non) del Lazio.

Primo: Pasta e ceci di San Giuseppe

ROMA pasta e ceci

Perché abbiamo scelto pasta e ceci? Pasta e ceci è un piatto tipico romano, di tradizione contadina. La minestra ci riscalda durante l’inverno, la stagione che sta per cedere il passo alla primavera. Tra le tradizioni popolari laziali, infatti, troviamo i Fuochi di San Giuseppe, dove nei secoli si sono fusi aspetti pagani e cristiani. Il festeggiamento dell’equinozio di primavera dà il benvenuto a una stagione più generosa, mentre le comunità agro-pastorali smaltiscono le frasche della potatura degli olivi e gli scarti degli artigiani del legno. C’è poi la celebrazione religiosa di San Giuseppe, protettore dei falegnami, per l’appunto. A Itri, sulla Riviera di Ulisse, in cima al falò tutt’ora c’è un manichino fatto di stracci vecchi (màmmuòcc’) che simboleggia l’inverno.

Secondo: Frittelle vegetariane

Frittelli di San Giuseppe di Roccantica - Facebook @ProLocoRoccantica

Frittelli di San Giuseppe di Roccantica – Facebook @ProLocoRoccantica

A Roccantica si prepara il Frittello alla Festa del Papà, una croccante e saporita frittura di verdura di stagione. È l’occasione giusta in Sabina per abbuffarsi di cavolfiori fritti in formato street food. Pensate che il fritto non sia sano? Sappiate che noi lo facciamo “solo” per onorare San Giuseppe Frittellaro! Si narra infatti che, dopo la fuga in Egitto con Maria e Gesù, San Giuseppe vendette frittelle per mantenere la famiglia in terra straniera.

Dolci:

i Maritozzi con la panna

i Maritozzi con la panna

Il Maritozzo è un dolce tipico romano fatto con farina, uova, burro e miele. Cotto al forno, è farcito con la panna montata o con l’uva passa. Questa versione più sobria è uno sfizio consentito anche durante la Quaresima, come racconta Gioacchino Belli nei suoi versi romaneschi.

“I maritozzoli sono certi pani di forma romboidale, composti di farina, olio, zucchero, e talvolta canditure, o anaci, o uve passe. Di questi si fa a Roma gran consumo in Quaresima”

Buoni lo sono, ma perché proprio i maritozzi a San Giuseppe? Già gli Antichi Romani usavano chiedere la mano alla fidanzata il primo venerdì di marzo nascondendo l’anello nel pane. Ecco perché questo panino dolce è stato chiamato Maritozzo, in onore del futuro marito. E così San Giuseppe, padre anche dei più sfortunati, è divenuto nella tradizione popolare anche il santo protettore delle ragazze nubili che, diciamolo, fortunate non sono e almeno a marzo vanno incoraggiate.

Bignè di San Giuseppe

Bignè di San Giuseppe

 

Il Bignè di San Giuseppe è la centenaria frittella alla crema annoverata tra i dolci da preparare per la Festa del Papà. Ecco un pò di storia di questa delizia dolciaria. Sfacciatamente fritti per onorare San Giuseppe Frittellaro, i bignè romani prendono il nome di zeppole nel Sud del Lazio. È questo il caso di Itri con la zeppola itrana, la specialità culinaria preparata in enormi quantità durante i Fuochi di San Giuseppe.

Bignè o zeppole che dir si voglia, torniamo in cucina per risolvere un dubbio amletico: fritti o al forno? Si narra che tutto cominciò a Napoli e quindi la tradizione partenopea la fa da padrona. Dunque le zeppole sono sia fritte che al forno. I bignè non potevano essere da meno, anche se la tradizione classica romana li vuole rigorosamente fritti! Certo è che, diversamente dalle zeppole napoletane, i bignè di San Giuseppe sono tondeggianti e molto grandi, con tanto zucchero a velo e un cuore stracolmo di crema. Fatevene una ragione, finirà anche sulla vostra maglietta!

Siete pronti padri e figli per la ricetta dei Bignè di San Giuseppe fritti? Iniziamo.

Ingredienti per circa 20 pezzi:
Per l’impasto:
• 250 gr di farina 00
• 250 gr di acqua
• 50 gr di burro
• 5 uova medie
• 5 gr di sale
• 1 lt di olio di semi di girasole per friggere
• zucchero a velo vanigliato
Per la crema pasticcera:
• 460 gr di latte intero fresco
• 6 tuorli medi
• 150 gr di zucchero
• 30 gr di farina ’00
• 20 gr di fecola di patate
• 1 cucchiaio di estratto di vaniglia o 1 bustina

Procedimento
Impasto: mettete un pentolino sul fornello con acqua, sale e il burro a pezzettini. Girate per far sciogliere il burro e poi aspettate che il composto arrivi a ebollizione. A questo punto, aggiungete la farina in un solo colpo e girate. Allontanate dal fuoco e continuate a girare per alcuni secondi fino ad ottenere un impasto denso e gommoso, che si separa facilmente dalle pareti del pentolino. Mettete di nuovo sul fuoco e girate ancora per pochi secondi. Versate l’impasto su un piano di lavoro, lavorandolo con una spatola per farlo passare da bollente a tiepido. Stendete l’impasto più volte fin quando non potrete utilizzare le mani per continuare a stiepidirlo. A questo punto, versate nell’impasto un uovo alla volta e sbattetelo leggermente con una forchetta e impastate con la spatola. Procedete con il secondo uovo solo quando il primo è completamente assorbito, ovvero quando l’impasto è di nuovo sodo. Fate lo stesso con tutte le uova a seguire fino ad ottenere un impasto finale morbido e sodo.
Su una teglia foderata di carta da forno, con una sac à poche con bocchetta liscia (1 cm) fate dei mucchietti di impasto (diametro 6 – 7 cm), distanziandoli di almeno 3 – 4 cm. Appiattite la punta con il dorso di un cucchiaio leggermente umido. Scaldate il forno a 200° e cuocete i mucchietti di impasto per 12 minuti. Quando formano la crosticina, i bignè sono pronti per la frittura in un pentolino con abbondante olio bollente (165 – 170°). Immergetene alla volta fin quando non viene a galla, dorato e raddoppiato di volume. Girateli per far cuocere ogni lato e in circa 2 minuti sono pronti. Cambiate l’olio al massimo ogni 10 bignè. Lasciate asciugare e raffreddare i Bignè di San Giuseppe sulla carta assorbente per 1 ora.

Crema pasticcera: montate per 2 minuti circa i tuorli con zucchero e vaniglia fino a ottenere un composto chiaro e spumoso. Aggiungete farina e fecola setacciate e amalgamate e montate con la frusta fino ad avere un composto omogeneo e liscio. In un pentolino fate appena bollire il latte e, lontano dai fuochi, versate velocemente il composto di tuorlo, zucchero e farina. Rimettete sul fuoco moderato per qualche secondo, fin quando il composto d’uovo non galleggia in superficie sul latte. Dopo circa 1 minuto, si formeranno in superficie delle bolle di latte che bucano la superficie di tuorlo e l’uovo si staccherà dai bordi della pentola lasciando il posto al latte. Girate rapidamente con la frusta e allontanate dal fuoco, fin quando la crema non si addensa. Mettete subito la crema in una terrina e copritela con una pellicola a contatto. Mettetela in frigo per 15 minuti ed è pronta per farcire i bignè, quando si sono completamente freddati.
Bucate il fondo del bignè con un coltello e riempite con tanta crema usando la sac à poche con la bocchetta piccola (0,2 cm). Spolverate di zucchero a velo e abbuffatevi di Bignè di San Giuseppe con l’aiuto cuoco, vostro figlio!

Tanti auguri a tutti i papà!

 

Social share
INFO UTILI

SCOPRI ANCHE

Più che colazione, brunch di Pasqua nel Lazio

La chiamano colazione di Pasqua ma somiglia di più a un brunch. Inizia appena svegli e finisce prima di tuffarsi sul divano, una vera maratona enogastronomica!

Roma sottosopra tra labirinti, cave e laghetti

Benvenuti nella Roma sottosopra, 3 luoghi sotterranei tra labirinti, cave, grotte e laghetti. Dove? Al Celio, a Monteverde e sotto il Parco dell’Appia Antica.

Viaggio nel Giardino di Ninfa. Benvenuti in Paradiso

Alberi secolari, fiori variopinti, antiche rovine, giochi d’acqua. Il Giardino di Ninfa è un’opera d’arte vivente, scoprirla è un’esperienza che accende i sensi