Introdotta in Europa e in Italia proveniente dalla lontana Asia, la ciliegia si é diffusa nel Lazio, lungo la Valle del Tevere, al tempo del proconsole Lucullo.

A Celleno invece bisogna attendere il tardo Medioevo quando gran parte dei terreni erano occupati da vigneti ed oliveti. Da allora le piantagioni di ciliegi si sono diffuse in maniera esponenziale, andando ad occupare vaste zone dell’Alto Viterbese, e in particolare a Celleno e nei comuni limitrofi, preferendo terreni leggeri e poco compatti.

Il frutto, dal particolare sapore conferitogli oltre che dalle specifiche caratteristiche del terreno, dalle favorevoli condizioni climatiche, é del tipo cosiddetto Ravenna della Sabina, con polpa diversa a seconda della varietà ed in genere sono medio-piccoli: polpa dura e croccante e colore bianco, rosso o tendente al bordeaux per le cosidette Duracine; polpa morbida, succosa e rossa per le Tenerine.

La qualità è garantita da una raccolta manuale ed attenta a preservare l’integrità dei frutti. Tradizionalmente disposte in cassette da 10 kg le ciliegie vengono subito portate nei mercati per la vendita, in piccole e continue forniture per garantirne la freschezza.

Dal 1960 Celleno celebra questa sua meraviglia naturale con una annuale Sagra delle Ciliegie nei primi giorni del mese di giugno. Dal 1998 la Festa ospita il concorso nazionale “Ciliegie d’Italia”, Premio Claudio Locchi, al quale partecipano “cerase” provenienti da varie regioni italiane. Il paese é città capofila dell’Associazione Nazionale Città delle Ciliegie, qui costituitasi nel 2003 con la finalità di valorizzare il prodotto su scala nazionale ed internazionale. “Ciliegina” sulla torta é la “Crostatona” una crostata di ciliegie di oltre 10 metri quadri.

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