All’altezza di Ponte Cavour, l’Ara Pacis è una teca preziosa; e a Tor Tre Teste le tre vele bianchissime di una chiesa giocano con il cielo: nel cuore di Roma e ai margini della città Richard Meier, da grande architetto, ha lasciato il segno.

Per custodire e valorizzare l’altare interamente scolpito che Augusto volle innalzare come monumento alla sua opera di pacificazione dell’Impero, nel 9 a. C., Meier ha pensato a una parete d’acqua e a una lenta scala verso la grande teca di acciaio, travertino e vetro, scrigno prezioso e trasparente per uno dei reperti più suggestivi e significativi della Roma antica.

Questo nella fronte; nel retro invece, per dare limiti agli spazi espositivi interni, pareti chiuse, ‘graffiate’ da linee di luce,

Il secondo ‘segno’ di Meier, nelle periferia orientale di Roma, è la chiesa Dives in Misericordia, eretta per il Giubileo del 2000: è formata da tre vele bianche in cemento autoportante, di diverse altezze, la più alta di 26 metri.

Le forme dell’edificio si rifanno alla tradizione cristiana, con la navata che riprende l’idea di una barca, con le tre vele simbolo della trinità per solcare il tempo e condurre la chiesa cattolica nel terzo millennio.

L’effetto è ancor più enfatizzato dai giochi di luce ricercati dall’architetto americano che accentuano la curvatura delle vele, quasi gonfiate dal vento, e dagli arredi liturgici all’interno, disegnato ad hoc, nuovissimi e vigorosi nella concezione.

 

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