Sulle orme di Santa Maria Goretti tra le strade del vino

Che ne pensate di trascorrere una giornata sulle orme di ”Santa Maria Goretti, la Santa della purezza” e di unire al viaggio di devozione anche una passeggiata sulla strada del vino, passando dalla Ciociaria al Pontino? Ebbene il nostro viaggio può partire da Paliano, dove in Loc. Colle Gianturco troviamo il Casale del podere Selsi che presero a colonia i genitori della piccola Santa, appena arrivati da Corinaldo in provincia di Ancona e dove Maria Goretti è vissuta dal 1896 al 1899.

La famiglia di onesti e religiosi contadini viveva coltivando un piccolo appezzamento di terra lavorando in società con la famiglia di Alessandro Serenelli che inesorabilmente ha intrecciato il proprio destino con quello dei Goretti.
Paliano fu tutt’altro che una parentesi passeggera perché ha rappresentato per la Santa gli anni in cui si impostano le basi della vita che per Maria fu soprattutto vita cristiana.

A soli 5 Km da Paliano sorge la chiesa santuario e il convento passionista di Santa Maria di Pugliano gestita, dal 1755 tra alterne vicende, dai Padri Passionisti.

Nella Chiesa Santuario è venerata l’immagine prodigiosamente ben conservata della Vergine, un’antica statua lignea chiamata “la Puglianella”, titolo che le deriva da una tradizione secondo cui fu trasportata dagli angeli dalle Puglie.

È tempo di approfittarne e scoprire la “Strada del Vino Cesanese”, che si snoda tra monti e colline nell’Alta Ciociaria tra le provincie di Roma e Frosinone, in una distesa di vigneti, uliveti, prati da pascolo e campi di grano.
Come non fermarci per sorseggiare un buon bicchiere del tipico vino autoctono diffuso già al tempo degli Etruschi e molto apprezzato nel Medioevo dai papi della vicina Città di Anagni e da Federico di Svevia.
Il nome di questo vitigno deriva da “cesae” che significa “luoghi dagli alberi tagliati”.

Con questo vino dal colore rosso rubino tendente al granato dal sapore morbido, leggermente amarognolo e con gradazione minima di 12% dobbiamo gustare primi piatti con sughi di carne, pollame e coniglio arrostiti, agnelli alla cacciatora, fegatelli di maiale alla griglia, trippe in umido, salumi stagionati, Pecorino Romano dop, il cacio fiore romano, il primo sale, il canestrato o le ricotte fresche, accompagnando con del pane e l’ottimo “olio di rosciola” e per finire dolci secchi, ciambelle, crostate di frutta.

Per gli amanti del vino bianco è possibile assaporare la piacevolezza della Passerina del Frusinate (bianco IGT ottenuto da uve autoctone) al sapore asciutto e fruttato che richiama i profumi della terra e dall’aroma coinvolgente.

Proseguiamo il nostro viaggio per una breve visita all’antico casale, “Cascina antica”, a Borgo Le Ferriere (Ferriere di Conca), periferia del Comune di Latina al confine con Nettuno, dove la dodicenne Maria Goretti subì il martirio il 5 luglio 1902 e dove è stato eretto il Santuario Casa del martirio.

Anche qui la comunità è legata ai Padri Passionisti che sin dal 1888 si sono occupati della cura spirituale dei contadini che nel tempo hanno abitato l’Agro Pontino. Tanto che proprio ai Padri Passionisti la mamma diede in dono il corpo della Santa che fu traslato al santuario della Madonna delle Grazie di Nettuno e conservato in uno stupendo monumento marmoreo, opera dello scultore Zaccagnini.

Spostandoci verso la nostra ultima tappa, arriviamo a Nettuno nell’area della Via Sacra (fine del VI sec. a.C. e zona di accesso dell’antica città di Satricum verso il mare) dove sull’acropoli si trovava il tempio della dea dell’Aurora Mater Matuta.
Dopo una passeggiata sul lungomare entriamo a visitare il Santuario-Basilica di Nostra Signora delle Grazie e di Santa Maria Goretti edificato nel 1914, per volontà dei Padri Passionisti, che sorge dove una volta vi era la piccola chiesa dedicata all’Annunziata.

Secondo la tradizione la statua della Madonna è giunta in questo luogo nel 1550 proveniente dall’Inghilterra dove, a seguito dello scisma anglicano dichiarato da Enrico VIII, chiese e monasteri furono confiscati e le statue dei santi distrutte. La statua fu caricata su una nave diretta a Napoli da alcuni marinai nel tentativo di salvarla, ma il battello nel mezzo di una tempesta approdò sulla costa di Nettuno, davanti alla foce del fiume Loricina e la statua fu consegnata ai preti della chiesetta che sorgeva sul mare, sistemata insieme alle statue di San Rocco e San Sebastiano.

Non a caso a maggio Nettuno si trasforma in una cittadina rinascimentale per rievocare l’approdo con esibizioni di falconeria, centinaia di figuranti in costume, sbandieratori, tamburi, cavalieri a cavallo, spettacolari giochi pirotecnici e il trasporto della statua con una piccola barca a remi in una coreografia luminosa in cielo e in acqua.
Come possiamo finire la nostra magnifica gita? Ma naturalmente assaporando un buon bicchiere di vino!

Ci aspetta la scelta tra un bicchiere di Nettuno Rosso Doc il cui principale vitigno, il Merlot, trova in queste zone un ambiente favorevole alla maturazione da accompagnare con pollo arrosto o saltimbocca alla romana, un bicchiere di Nettuno Rosato Doc e un calice di vino bianco Aprilia Trebbiano Doc, di Nettuno Bellone Doc, di Nettuno Bianco Doc o ancora di Merlot oppure di Petit Verdot da accompagnare con piatti di pesce e di verdure locali.
Certo è che non possiamo non assaggiare il famoso “Cacchione” di Nettuno, Antico vitigno, dal colore giallo paglierino, intenso nei profumi, nel gusto e deciso nel corpo: un vino di vinificazione semplice ma grandioso ed elegante quando affinato nelle barrique. Indubbiamente questi vini già nel passato deliziavano le opulente tavole di Marco Tullio Cicerone nella villa di Torre Astura e degli imperatori Nerone e Caligola nell’Antium romana ed il “vinum merum” celebrato dai poeti era offerto in dono alla Dea Fortuna, protettrice di Anzio.

 

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