Come molte altre strade del centro storico di Roma, Via dei Banchi Vecchi deriva il suo nome dalle attività che storicamente vi si svolgevano.
I “banchi”, all’aperto nel gran parte dei casi, erano i luoghi dove esercitavano banchieri e notai che, per comodità, si erano sistemati proprio nei pressi del palazzo Sforza Cesarini, sede della Zecca Pontificia e della Cancelleria prima della costruzione dell’omonimo palazzo.

Ma “banchi” erano anche quelle che i romani oggi chiamerebbero “bancarelle” di chi vendeva merce di ogni genere ai molti pellegrini di passaggio proprio in quella zona, per andare a San Pietro in Vaticano.

La denominazione di “banchi vecchi” e di “banchi nuovi” è legata semplicemente al dato cronologico dello spostamento delle funzioni della Zecca e della Cancelleria da una zona all’altra.

Su questa strada sono di sicuro interesse la Chiesa di Santa Lucia al Gonfalone, costruita agli inizi del Cinquecento ed affidata alla cura dell’Arciconfraternita del Gonfalone, la più antica della capitale, ed il piccolo ed elegante palazzo del banchiere milanese Pietro Crivelli, Palazzo Crivelli appunto.

Con il trasferimento della Zecca, avvenuto nel Cinquecento, anche la toponomastica subì alcune modifiche e nacque Via dei Banchi Nuovi, poco distante. In prevalenza, le attività bancarie erano svolte da fiorentini e senesi.
Via dei Banchi Vecchi e Via dei Banchi Nuovi sono, oggi, delle piacevolissime strade del centro storico di Roma dove passeggiare, andare a prendere un aperitivo oppure andare a cena in uno dei numerosi locali che si affacciano lungo la strada.

 

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