Passeggiare nel centro storico di Artena è come fare un tuffo nel passato. Il suo borgo è un gioiello rinascimentale e uno dei centri storici non carrabili più grandi d’Europa.
Se vogliamo avventurarci per una passeggiata attraverso un labirinto verticale composto da vicoli ricchi di archi, angoli, corti, riseghe, entusiasmarci a osservare i suoi palazzetti e i panoramici scorci, possiamo farlo solo a piedi o a dorso di un mulo.
I muli, vengono da sempre usati ad Artena per qualsiasi tipo di trasporto, non a caso all’ingresso del paese ci accoglie una statua che rappresenta un mulo e un mulattiere.
Addossata sui Monti Lepini, Artena ha origini antichissime, primo insediamento fu un’acropoli volsca che risale al V secolo a.C. conosciuta come “Piano della Civita”, a 630 metri sul livello del mare, la cittadina conserva notevoli avanzi di mura megalitiche, di opere di terrazzamento e di antiche fortificazioni realizzate per scopo difensivo, fu anche centro nevralgico e straordinario luogo di sorveglianza posto ad un crocevia tra la la valle del Sacco e la via Latina, citata anche in alcuni passi di Tito Livio.
In epoca imperiale fu edificato un cuniculus di acquedotto in opus caementicium di cui rimangono alcuni frammenti di intonaco affrescato e bellissimi mosaici.
Fu distrutta dai Romani nel 404 a.C. e solo agli inizi del Medioevo, nasce e si sviluppa Montefortino che nel 1873 ha preso il nome attuale di Artena.
Montefortino fu a lungo conteso tra nobili famiglie, verso la fine dell’XI secolo appartenne ai Conti di Tuscolo, che fecero costruire la Chiesa di Santa Croce che tuttora domina dall’alto l’abitato di Artena, dal 1226 al 1475 appartenne alla signoria dei Conti di Segni prima di passare alla antica e potente famiglia dei Colonna.
Per l’atteggiamento antipapale dei Colonna il castello di Montefortino subì diverse distruzioni di cui l’ultima nel 1557 per ordine del papa Paolo IV.
Fu poi ricostruito per volere di Vittoria Colonna e ceduto al Cardinale Scipione Borghese (nipote del Papa Paolo V), che contribuì a ristabilire un lungo periodo di pace e di tranquillità. Nel frattempo il crescente sentimento religioso della popolazione, che in questo momento buio si era ritrovata isolata, si è intrecciato sempre più con la vita quotidiana di questa comunità.
Proprio a questo periodo sembra risalire il culto della Madonna delle Grazie che si celebra ogni anno il sabato della terza domenica di maggio con una processione, accompagnata da Confraternite che trasportano spettacolari crocifissi di legno (Cristi Infiorati), sormontati da una struttura di canne intessuta di asparago selvatico e guarnita con migliaia di fiori, offrendo uno spettacolo unico di fede e folclore religioso lungo le vie del borgo.
Purtroppo, non erano ancora finite le avversità per Montefortino: nel 1656 il paese fu colpito da un’epidemia di peste, nel 1702 venne attaccato da una potente banda di briganti (non a caso Artena è conosciuta anche come il “paese dei briganti”) e da ultimo nel gennaio del 1944 fu bombardato dalle armate alleate.
Gli abitanti di Artena possono vantare la presenza di Giuseppe Garibaldi, che in fuga da Roma, soggiornò per una notte proprio a Montefortino.
Le opere di interesse artistico che oggi si possono ammirare sono dovute per lo più al volere del Cardinale Scipione Borghese: fece ristrutturare il Palazzo che ora porta il suo nome, fece edificare l’Arco Borghese sulla principale via di accesso al centro storico, il Convento di San Francesco e l’Asilo di San Marco.
Artena è da sempre una location naturale che attrae molti registri.
Sicuramente il primo breve film in ordine di tempo è stato “L’inferno” della Helios, dei registi Giuseppe Berardi e Arturo Busnengo, girato nel 1911.
Anche il mitico Nino Manfredi nel 1969 ha girato molte scene del film “Vedo Nudo”.
Degno di nota sicuramente “Il Prefetto di ferro” di Pasquale Squitieri, con protagonisti Giuliano Gemma, Claudia Cardinale che nel 1978 ha vinto il David di Donatello come miglior film dell’anno.
Ventanni dopo Pasquale Squiteri, nel 1998, ha scelto ancora una volta Artena come location per un film storico sul fenomeno del brigantaggio e l’annessione all’Italia del mezzogiorno. “Li chiamarono Briganti”, racconta le vicende del famoso bandito Carmine Crocco, interpretato da alcuni tra i migliori attori italiani: Enrico Lo Verso (Crocco), Claudia Cardinale, Remo Girone, Carlo Croccolo, Franco Nero, Lina Sastri, Giorgio Albertazzi.
Molte scene del film del 2000 “The Golden Bowl”, con Mattia Sbragia, Francesco Giuffrida e Rossano Rubicondi, Uma Thurman, Nick Nolte, Kate Beckinsale e Anjelica Huston, sono state girate proprio qui.
Recentemente, nel 2016, per i vicoli di Artena si è potuto vedere anche la troupe della Fiction della Rai “Tutto può succedere”.
Il celebre dialogo tra Romeo e Giulietta nel film capolavoro di Zeffirelli è stata ambientata sul balcone del Palazzo Borghese.
Di fronte al Palazzo Borghese sorge il Palazzetto del Governatore, sede della pubblica amministrazione di Montefortino e carcere per i condannati, che si affaccia su piazza della Vittoria, vero e proprio balcone sulla vallata sottostante.
Su questa piazza è stato girato il film “L’amante del vampiro” del 1960 del regista Renato Polselli e “L’ultima preda del Vampiro” del 1961 del regista Piero Regnoli.
Negli ultimi anni in uno dei tanti palazzetti del centro storico ha trovato spazio il Museo del Rugby (Fondazione Fango e Sudore), un invito a scoprire il Rugby, sport fatto di codici e disciplina, di coraggio e di rispetto.
E per concludere, ora Artena è conosciuta anche in Giappone, grazie alla pellicola cinematografica del 2012 “Hataru No Hikari”, ispirata alla serie TV dei Dorama che riscuotono notevole successo soprattutto per la partecipazione come protagonisti dei principali cantanti del momento, alcune sequenze del viaggio verso Civita di Bagnoregio sono state girate nel centro storico di Artena.