Immerso nella Selva del Lamone, Farnese è il “Borgo di Pinocchio” sopra uno sperone di tufo nella Tuscia Viterbese, circondato da fossi che difesero e, al tempo stesso, furono il nascondiglio perfetto dei briganti nel 1800. Dalle antiche chiese e palazzi ai “pozzi a butto”, Farnese è un luogo autentico da scoprire nell’Alto Lazio, vicino al Lago di Bolsena.

Farnese, set di "Le Avventure di Pinocchio" di Comencini - Facebook @Associazione il Borgo di Pinocchio Farnese

Farnese, set di “Le Avventure di Pinocchio” di Comencini – Facebook @Associazione il Borgo di Pinocchio Farnese

Siamo in quel borgo etrusco dove furono girate diverse scene di “Le Avventure di Pinocchio”, lo sceneggiato televisivo del 1972 tratto dal romanzo di Carlo Collodi e diretto Luigi Comencini. Nelle cinque puntate si cimentarono sulla scena Andrea Balestri e Nino Manfredi, nei panni di Pinocchio e Geppetto. E ancora, Gina Lollobrigida, la Fata Turchina, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, ovvero il Gatto e la Volpe, e Vittorio De Sica come giudice.

Farnese, set di "Le Avventure di Pinocchio" di Comencini - Facebook @Associazione il Borgo di Pinocchio Farnese

Farnese, set di “Le Avventure di Pinocchio” di Comencini – Facebook @Associazione il Borgo di Pinocchio Farnese

L’itinerario che ripercorre le orme di Pinocchio è in cinque tappe lungo il borgo. Ogni tappa è arricchita da un cartello che descrive la scena del film girata in quel posto specifico, con immagini del lungometraggio stesso. Camminare nella Casa di Geppetto e ammirare murales e installazioni vi faranno rivivere le storie del burattino dal naso lungo.

locandi na di "Il Tempo che ci vuole" di Francesca Comencini, girato a Farnese

locandina di “Il Tempo che ci vuole” di Francesca Comencini, girato a Farnese

Sua figlia, la regista e sceneggiatrice Francesca Comencini ha scelto Farnese e utilizzato gli stessi set del padre per girare parte del film “Il Tempo che ci vuole” con Fabrizio Gifuni, ricordando la sua vita da piccola sui set cinematografici sempre vicino al padre. Questa pellicola del 2024 ha ottenuto 4 candidature ai David di Donatello.

Farnese era abitato già nell’Età del Bronzo e nell’XI secolo era un castrum, dominato da famiglie nobili. Nel Cinquecento i Farnese divennero i signori del borgo e lo trasformarono in un borgo rinascimentale. Nel borgo medievale fa capolino la Rocca dei Farnese, trasformato in residenza nobiliare nei secoli XIII e XVII. La parte medievale e quella rinascimentale sono unite dalla Porta Nuova, opera del 1613 dall’architetto Ettore Smeraldi.

All’interno della Rocca si trova una cappella con una cupola, e stemmi delle famiglie che vi abitarono, come gli Anguillara, i Chigi e i Farnese. La Rocca ingloba oggi case private ed è visitabile.

pozzo nel chiostro del Monastero delle Clarisse Santa Maria delle Grazie - www.retedimorestorichelazio.it

pozzo nel chiostro del Monastero delle Clarisse Santa Maria delle Grazie – www.retedimorestorichelazio.it

Il complesso del monastero delle Clarisse e la chiesa di Santa Maria delle Grazie è una delle Dimore Storiche nel Lazio e comprende anche un orto-giardino di circa 5000 mq, le celle delle Clarisse e la foresteria. Il monastero e la chiesa furono costruiti nel 1560 per i Frati Minori per volere di Giulia Acquaviva, moglie di Pier Bertoldo Farnese.

Nella chiesa sono custoditi alcuni affreschi della prima metà del 1500. Uno di questi raffigura il matrimonio di Galeazzo Farnese e Isabella degli Anguillara, avvenuto negli anni tra il 1514 e il 1518. La rappresentazione della Visitazione della Madonna a Santa Elisabetta è ambientata vicino a una porta, probabilmente la Porta d’ngresso a Farnese.

La Parrocchia del Santissimo Salvatore fu edificata nel XV secolo e custodisce numerose opere d’arte tra cui dipinti di Anton Maria Panico e di Orazio Gentileschi. Tra i palazzi storici, spiccano il Palazzo Chigi del XVIII secolo, oggi sede del Municipio, e il Palazzo Platonio, l’ex residenza degli amministratori dei Farnese.

Veduta dall'alto della Selva del Lamone

Veduta dall’alto della Selva del Lamone

A metà dell’Ottocento, Farnese divenne teatro del fenomeno del brigantaggio, grazie ai numerosi anfratti dove nascondersi, noti solo a chi conosceva la struttura del territorio. Il brigante più famoso è Tiburzi, noto come Re del Lamone o Domenichino. Fu l’ultimo leader della corte di briganti della Maremma laziale, un brigante buono che combatteva i latifondisti per aiutare la povera gente. Evitava i conflitti a fuoco con i carabinieri perché erano per lui “poveri figli di mamma”.

Rupe di Sorgenti della Nova, veduta dall'alto

Rupe di Sorgenti della Nova, veduta dall’alto

Il Sentiero dei Briganti si trova nella Riserva Naturale del Lamone e ricorda l’importanza del fenomeno del brigantaggio. Si percorre a piedi, a cavallo, in bicicletta o in automobile, sulla strada sterrata principale della riserva. Ancora oggi si ricordano le gesta di Domenico Tiburzi, il brigante che per decenni si nascose nella Selva del Lamone. Tiburzi fu protetto dal popolo di Farnese che viveva nella miseria e oberato dalle tasse dei signorotti locali. I briganti erano considerati gli unici difensori dei loro diritti.

La Riserva Naturale Regionale Selva del Lamone è un’area protetta di circa 2000 ettari a Farnese. La macchia boschiva aspra e impervia si è formata su una colata lavica risalente al periodo compreso tra 150.000 – 50.000 anni fa. Alla vegetazione fitta si alternano massi titanici tipici della terra vulcanica. Quando il bosco si interrompe, troviamo le zone agricole occupate principalmente da prati-pascolo. Questo grande polmone naturale custodisce testimonianze di insediamenti nell’Età del Bronzo, degli Etruschi e dei Longobardi.

Cascata del Caschetto nella Selva del Lamone

Cascata del Caschetto nella Selva del Lamone

L’Olpeta forma la splendida cascata del Salabrone in un ambiente selvaggio e rigoglioso, e poco distante, la cascata del Pelicotonno. A metà maggio, c’è la Festa alla Primavera nella Riserva Naturale Regionale Selva del Lamone con escursioni guidate, degustazioni e spettacoli musicali.

Nel borgo antico sono imperdibili gli antichi “butti”, grandi pozzi scavati nel tufo utilizzati un tempo per conservare acqua e grano. Nei “pozzi da butto” a Farnese sono stati ritrovate delle ceramiche, ora in esposizione al MuRV – Museo Civico Ferrante Rittatore Vonwiller, che consentono la ricostruzione della vita quotidiana degli abitanti dal XIV agli inizi del XVII secolo.

Museo Civico Ferrante Rittatore Vonwiller

Museo Civico Ferrante Rittatore Vonwiller

Il Museo Civico Ferrante Rittatore Vonwiller è all’interno del Magazzino dell’Ammasso, un antico deposito di grano alle spalle del Palazzo Ceccarini-Chigi, oggi sede del Municipio. Il nucleo principale dell’esposizione è rappresentato dai materiali della mostra itinerante sulle Sorgenti della Nova, uno degli insediamenti italiani più importanti per l’età del Bronzo finale. Più in generale, è incentrato sulla Preistoria e Protostoria del versante laziale della Valle del Fiora, in particolare la Selva del Lamone e dintorni.

Tra le tante feste a Farnese, non perdetevi Farnesiam Mensam “alla Tavola dei Farnese” a fine giugno, un percorso enogastronomico nelle vie del centro storico con degustazione e vendita di prodotti tipici esposti dalle aziende agricole dell’antico Ducato di Castro e Ducato di Latera.

La Festa del Cacciatore è nei primi giorni di agosto e propone degustazioni di cucina tipica locale e piatti di cacciagione. E ancora, la Festa della Birra a luglio, con degustazioni di birre artigianali, Farnese Street Food Festival a metà luglio, con cibo di strada, musica e spettacoli. A metà agosto si svolge la Festa dell’Assunta, la festa popolare con cortei storici, musica e le Sagre dell’Acquacotta e delle Fettuccine all’Uovo, in attesa del Premio Letterario “Farnia d’oro” a fine di agosto.

 

 

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distanza da Roma 152 km
da non perdere Palazzo Farnese
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