“Ho visto un posto che mi piace, si chiama Monte Gorzano”

Con le parole di una famosa canzone vogliamo raccontarvi la nostra escursione sulla montagna più alta del Lazio, il Monte Gorzano 2458 mt s.l.m..

Partiti di buon mattino, ci dirigiamo verso Amatrice, ridente località bagnata dal fiume Tronto e circondata da oltre sessantanove frazioni, tutte adagiate ai piedi dei Monti della Laga.

Lungo la via Salaria, all’altezza del Lago Scandarello iniziamo ad ammirare le catena montuosa della Laga ove spiccano Pizzo di Sevo, Cima Lepri, Pizzo di Moscio e Monte Gorzano, tutte maestose montagne facenti parte del versante nord-occidentale del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Sarà l’aria fresca, saranno i riflessi del sole su quei verdi versanti che degradano verso le valli che ci accendono il cuore e la mente, facendoci pregustare quella che sarà una giornata indimenticabile.

Lago Scandarello

Scendiamo al parcheggio del centro commerciale “Il Corso” per un caffè, dopodiché ci rechiamo nello storico forno “Marini” per procurarci della gustosa focaccia farcita con mortadella con la quale abbiamo intenzione di fare una gradita sorpresa in alta quota ad un gruppo di amici italiani e tedeschi che ci aspetteranno lungo il percorso.

Proseguiamo con l’auto verso la frazione Capricchia per poi raggiungere il luogo della nostra partenza, la piccola cappella del “Sacro Cuore”, che dai suoi 1348 metri di altitudine è già un bel punto panoramico. Sono già tanti gli escursionisti che si avviano lungo i sentieri Cai che partono da lì. Tra le altre notiamo l’auto di Alfredo Cristallini, fotoreporter che sicuramente è già in quota per sorvegliare e fotografare una coppia di aquile reali che nidificano da diversi anni sul monte Gorzano. Egli è riuscito, con la sua grande passione, a documentare le abitudini ed i segreti più nascosti di queste regine dei cieli con foto e video unici.

Con zaino in spalla ed una buona provvista di acqua iniziamo anche noi la nostra avventura con l’amico Franco Capriotti, conoscitore e amante di queste montagne. Dopo un piccolo tratto sterrato seguiamo il tracciato entrando nella fitta faggeta e salendo prima dolcemente, poi con tornanti sempre più ripidi portandoci ad un bivio con indicazioni per “Monte Gorzano.”

Monte Gorzano

Poco prima di uscire dalla faggeta, ci ricongiungiamo finalmente con l’altro gruppo di amici italiani e tedeschi con i quali, secondo il principio che in montagna si condividono fatiche, amicizie, emozioni e… cibo, diamo forma alla nostra colazione dividendo con loro l’ottima e profumata focaccia ripiena di mortadella.

Ripresi gli zaini, proseguiamo fino ad un grande faggio che sembra faccia da guardia al sentiero verso lo stazzo del Gorzano. Da qui si aprono ampie distese di verde con la prima visuale sulla conca amatriciana e sul grande arco montuoso che unisce Cima Lepri al Gorzano. La salita prosegue lungo il pendio erboso e ci porta sulla verde insellatura di Colle Pelara. Qui iniziamo ad ammirare la catena del Gran Sasso, il Monte Terminillo e sullo sfondo i Monti Sabini.

In tale zona naturalistica di enorme pregio, fra il netto contrasto di imponenti massicci e morbide colline, spiccano i laghi Scandarello sulla destra e di Campotosto sulla sinistra che, per qualche alchimia della natura, in questo periodo assumono una tonalità che va dal verde al turchese, tali da sembrare due enormi smeraldi incastonati nel paesaggio.

Monte Gorzano

Riprendiamo il cammino verso la vetta che ora si distingue molto chiaramente. La fatica si inizia a sentire, pian piano che ci avviciniamo camminando su rocce, per un certo effetto ottico la meta sembra allontanarsi, ma ecco che, finalmente, siamo in cima al Monte Gorzano a m 2458 di altitudine. Rimaniamo sorpresi dalla particolare conformazione della vetta, in quanto mentre a nord precipita con verticali balze rocciose, ad est declina con una costa verde di cui non si scopre la fine, ancor di più sorprendente è la terrazza panoramica a 360 gradi sugli appennini centrali, dal Gran Sasso, al Terminillo, fino al monte Vettore, una vera e propria catena sulle regioni del cuore. Ci sediamo vicino all’ometto in pietre apposto dal CAI, qui troviamo il quaderno dove porre le firme e qualche dedica. Sulla croce è stata posta una targa in ricordo delle vittime del tremendo sisma del 2016 e gli occhi ci diventano lucidi leggendo i pensieri di tanti escursionisti arrivati fin quassù portando nel cuore l’amore per i loro cari scomparsi. Nelle nostre riflessioni ci piace pensare che il regno dei cieli non possa essere tanto diverso da questo paradiso terrestre.

Monte Gorzano

Ma ora è il momento di gioire di questa fatica! È arrivata l’ora di brindare all’amicizia ed alle nostre montagne sorseggiando un ottimo vino rosso laziale DOC portato fin quassù in vetta. I nostri amici tedeschi, nel lodare le bellezze che questo territorio può vantare, ci ringraziano per l’ospitalità ricevuta, e non hanno perso l’occasione di descriverci le belle sensazioni provate a tavola nei giorni precedenti assaporando i numerosi taglieri di salumi e formaggi della zona, nonché gli assaggi sia della pasta all’amatriciana che della gricia, con il loro irresolubile dubbio (che si riporteranno in Patria) su quale sia la migliore!

“Chi più in alto sale, più lontano vede, chi più lontano vede più a lungo sogna.” Walter Bonatti

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