Curiosi di conoscere i rifugi antiaerei di Colleferro, la città sotterranea che durante l’ultimo conflitto mondiale, nel periodo dal novembre 43′ al giugno 44′, ha accolto oltre 3000 persone?

Il Presepe Vivente allestito nei sotterranei di Colleferro
I 6 chilometri di cunicoli alti dai 3 ai 4 metri e larghi 3 metri, con 15 ingressi per entrare e uscire da ogni parte della città, furono scelti come rifugio dalla popolazione che temeva possibili incursioni aeree dei nemici, soprattutto perché Colleferro ospitava una famosa fabbrica di armi e munizioni.
Un luogo dove si era cercato di ricreare la vita quotidiana con locali attrezzati per tutte le esigenze: dalla cantina all’infermeria, all’ufficio anagrafe, alla cappella, tante stanze comuni o nicchie per ospitare le singole famiglie che, soprattutto dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, decisero di abitare stabilmente nei sotterranei.

All’interno dei rifugi antiaerei di Colleferro
Per la Città Morandiana oggi quel lungo tunnel, realizzato scavando a colpi di piccone nelle cave di pozzolana per costruire i primi edifici per i lavoratori della fabbrica di esplosivi per usi militari e civili Bombrini Parodi Delfino (BPD), costituisce un patrimonio culturale ed è testimonianza della storia cittadina. Una storia che nasce ufficialmente nel 1935 secondo il piano urbanistico di architettura tipicamente razionalista progettato dall’ingegner Riccardo Morandi.

Rifugi di Colleferro
A partire dal 1985, in occasione del cinquantennale della fondazione della città di Colleferro, è iniziata un’opera di recupero delle gallerie sotterranee che ha portato a una progressiva riapertura di questo importante sito della memoria bellica.
I rifugi, oltre a essere aperti tradizionalmente durante la festa patronale del 4 dicembre, o in occasione di eventi e rappresentazioni, sono visitabili per appuntamento. Si può accedere sia dall’ingresso principale di Via Roma che da quello situato all’interno del Centro Sociale Anziani di Piazza Mazzini.

Rifugi di Colleferro