La bellezza del Lazio sta nella sua natura, quel verde che dal reatino scendendo verso la zona pontina muta nelle sue sfumature, mantenendo la costante della brillantezza. Ma la natura non è la sola attrattiva. C’è il cibo, con tutte le bontà che le nonne hanno tramandato. C’è l’arte di cui abbiamo un lascito incredibile!
Ed è proprio di questo che in questa idea di viaggio vogliamo parlarti.
Esiste un luogo speciale in provincia di Roma: Genazzano. Un luogo che esce dalla mano un architetto altrettanto speciale. Ma ciò a cui non sempre prestiamo attenzione è che molte opere che a noi sono arrivate, nacquero dalla richiesta, dalle bizze… forse, dai capricci può darsi, di quelle famiglie che secoli or sono, nemmeno troppi, hanno caratterizzato l’Italia.
Fatta questa premessa, doverosa e sincera, ti raccontiamo chi sono i protagonisti della tua meta: la famiglia Colonna, Donato “Donnino” di Angelo di Pascuccio, detto il Bramante, e un ninfeo, che divenne “il” Ninfeo, perché fu il Bramante a progettarlo! Andiamo a Genazzano e più precisamente al Ninfeo del Bramante.
Erano gli inizi del Cinquecento, quando i Colonna concepirono l’idea di realizzare un giardino nella valle di Soglia, dove avevano numerose proprietà e dove scorreva il Fossato, fiancheggiante la via pubblica che da Genazzano conduceva fino a Paliano.
Nel giardino erano presenti un lago e un Ninfeo. Furono individuati quattro gradoni che avrebbero articolato il lago in più specchi d’acqua su tre livelli; il primo si trova all’altezza del Ponticello sul Fossato, a monte del Ninfeo, il secondo e il terzo all’altezza dei fianchi del Ninfeo, il quarto corrisponde alla diga esistente a sud del Ninfeo, nominata nei documenti come Muro Lungo.
Il “Ninfeo” vero e proprio consiste in un casino con facciata a loggia di tre campate, aperta verso la valletta e absidata sui due lati corti. Dietro al portico si estende in parallelo un ambiente rialzato costituito da tre vani rettangolari voltati a crociera, le cui pareti sono articolate da nicchie circolari e rettangolari, il vano centrale è absidato. Sul fianco nord di questo ambiente si trova una stanza ottagona che presenta grandi nicchie disposte diagonalmente, con sedili al loro interno che consentivano di riposare godendo del fresco ombroso e dei getti d’acqua restando all’asciutto, e una vasca d’acqua circolare al centro. L’alimentazione doveva essere garantita da una sorgente vicina. Ai lati del corpo centrale della fabbrica ci sono due stanze quadrate con due rispettivi ambienti retrostanti.
Il resto lo vedrai con i tuoi occhi, altrimenti che fascino c’è?
La grandiosità e magnificenza di questa imponente opera, che coniuga le reminiscenze della classicità romana con le aspirazioni del classicismo rinascimentale, sono volte a creare un luogo suggestivo e magico, appartato sul bordo di un corso d’acqua e circondato dal verde dove il progettista ha voluto dare vita a un’armoniosa interazione tra l’uomo e la natura, testimoniando modelli di vita e di costume dell’aristocrazia rinascimentale.
Sarà un viaggio tra natura, arte e storia quello che farai al Ninfeo del Bramante, ma come ogni viaggio che si rispetti, fai una pausa dedicata alle tipicità gastronomiche del luogo. Fermati e ordina gli gnocchi al tiritello, ovvero la crusca, una farina integrale… molto integrale. In realtà gli gnocchetti di tiritello hanno la forma di fettuccine o tagliatelle molto spesse. Si fanno con la farina di crusca impastata con acqua fredda.
Prima di andar via fai capolino nel centro di Genazzano, è un delizioso borgo che si allunga su uno sperone tufaceo sovrastato dal Castello dei Principi Colonna, poche sono le strade che lo percorrono dall’alto in basso inframezzate da piazze più o meno grandi, in genere segnate dalla presenza di una Chiesa o di un edificio religioso.