Il Museo Nazionale Romano ha quattro sedi, quattro luoghi a Roma che raccontano un’unica grande storia di cultura: il Palazzo Altemps, le Terme di Diocleziano, la Crypta Balbi e il Palazzo Massimo.

Il Palazzo Altemps è in Piazza S. Apollinare 46. Già nel Cinquecento ospitava una ricca collezione di scultura antica ed è oggi sede del Museo Nazionale Romano dedicato alla storia del collezionismo.
Costruito nel XV secolo, dal 1568 a metà Ottocento diviene la residenza della famiglia Altemps, impreziosito di decorazioni pittoriche e dalla magnifica collezione di antichità e la preziosa raccolta libraria. Solo nel 1982 fu acquisito dallo Stato Italiano, restaurato e aperto al pubblico nel 1997.
Il Museo di Palazzo Altemps ospita capolavori assoluti di scultura antica di collezioni nobiliari prestigiose. L’allestimento integra i marmi nelle sale decorate creando un armonioso percorso di visita su due piani: dalla raccolta archeologica di Evan Gorga, eccentrico collezionista d’inizio Novecento, alle statue e rilievi delle collezioni Altemps, Boncompagni Ludovisi, Mattei, Del Drago, passando per le sculture Jandolo, Veneziani e Brancaccio fino alla raccolta egizia, i celebri affreschi Pallavicini Rospigliosi, le opere provenienti da rinvenimenti eccezionali e recuperate dal mercato antiquario.

Le Terme di Diocleziano sono in Via Enrico de Nicola 78. È un complesso monumentale unico al mondo per le dimensioni e per l’eccezionale stato di conservazione. Furono costruite tra i colli Viminale e Quirinale in soli otto anni, tra il 298 e il 306 d.C., dall’imperatore Massimiano che le dedicò a Diocleziano con cui condivideva il comando dell’impero. Si estendevano su una superficie di 13 ettari e potevano accogliere fino a 3000 persone.

La struttura seguiva lo schema delle grandi terme imperiali con le sale principali del percorso termale lungo un asse centrale. Dal calidarium si accedeva al tepidarium e quindi al frigidarium, oggi Basilica di S. Maria degli Angeli. E poi la natatio di 4000 metri quadrati, due vaste palestre simmetriche e altre aule tra cui l’Aula Ottagona che nel 1900 divenne il Planetario, utilizzando la maestosa cupola a ombrello per riprodurre la volta celeste.
L’impianto restò in funzione fino alla metà del VI secolo e, dopo circa mille anni di abbandono, nel 1561 papa Pio IV affidò a Michelangelo il progetto di costruzione della Certosa e della chiesa della Madonna degli Angeli e dei Martiri cristiani. Nel 1575 gli spazi delle Terme furono trasformate nei granai dell’Annona Pontificia e nei depositi per l’olio. Oggi questo complesso monumentale ospita le Terme di Diocleziano, la Certosa di Santa Maria Degli Angeli, il Museo della Comunicazione Scritta dei Romani e il Museo di Protostoria dei Popoli Latini.

La Crypta Balbi è in via delle Botteghe Oscure 31. È tra i pochi musei al mondo che origina da una programmata attività di ricerca che ha coinvolto tutti i campi del sapere, sperimentando metodi e tecniche originali che hanno fatto scuola e continuano a essere di esempio per l’archeologia urbana.
La Crypta Balbi racconta la storia e le storie di un isolato nel centro di Roma partendo da ciò che narrano i tesori nascosti nel sottosuolo, come resti architettonici, oggetti e strumenti di lavoro, e poi studiandoli e interpretandoli anche seguendo altre fonti storiche.

Palazzo Massimo è a Largo di Villa Peretti 2. D’ispirazione cinquecentesca, fu costruito tra il 1883 e il 1887 dal padre gesuita Massimiliano Massimo su progetto di Camillo Pistrucci per ospitare il Collegio dei Gesuiti. Nel 1981, è rinnovato da Costantino Dardi per diventare una delle nuove sedi del Museo Nazionale Romano con apertura al pubblico nel 1998.
L’esposizione accoglie i maggiori capolavori dell’intera produzione artistica del mondo romano e segue un criterio cronologico e tematico lungo i quattro piani.
Ad aprire il percorso di visita è il tema del ritratto e della sua evoluzione, dall’uso esclusivo da parte de cittadini più illustri in età arcaica, all’ampia diffusione tra i liberti, dai ritratti di matrice greca a quelli autocelebrativi di semplici cittadini romani a fine repubblica fino alle nuove forme di ritratto legate alla nascita dell’Impero.
Il primo piano, prosegue il racconto della ritrattistica di età imperiale, mostra il gusto dei Romani per le rielaborazioni e copie delle sculture ideali, divinità e personaggi mitologici. Nel tardo Impero, la scultura diventa anche celebrazione delle vittorie ai confini dell’Impero.
Il secondo piano è dedicato ad affreschi, stucchi e mosaici.
Il piano interrato è dedicato all’economia e all’utilizzo del denaro con una selezione dalle collezioni del Medagliere del Museo Nazionale Romano.

Per maggiori informazioni:
Museo Nazionale Romano

 

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