Il comune di Arsoli è un museo a cielo aperto tra i monti Simbruini. Luigi Pirandello la definì ‘la piccola Parigi’ per l’urbanistica e la preziosità architettonica.
Il borgo aveva attirato l’attenzione per la vivace vita sociale ed economica grazie alle attività avviate dopo la peste del 1656, come opifici, frantoi, fabbriche di tessuti e mattoni.
In passato il territorio di Arsoli fu degli Equi e poi dei Romani. Rimangono i resti di una villa del II secolo aC fuori dal borgo, e la pietra che segnava il 38° miglio della via Valeria.
Il Castello Massimo è il fiore all’occhiello di Arsoli, strutturato su tre piani a strapiombo sulla roccia. L’interno del Castello è sbalorditivo con le sale affrescate nel tardo 1500 dagli Zuccari e nel 1700 da Benefial. Si possono ammirare le raccolte di armi, la sala del trono e la Cappella di San Filippo Neri con una parte della facciata dei Cosmati. I sotterranei celano altre meraviglie come l’antico forno, i locali per conservare cibo e olio e la prigione. All’esterno si apre il giardino pensile all’italiana e il bosco lussureggiante. Il Castello Massimo ospita il Museo delle Tradizioni Musicali e i documenti della Banda Musicale di Arsoli, nota già nel 1700.
Visitate ad Arsoli anche la Chiesa del Salvatore del 1680, progettata su disegno di Giacomo della Porta, e il Palazzo San Bartolomeo e l’annessa chiesa barocca.
Tra i piatti tipici troviamo le ciciarchiole, le sagne, la pizza fritta, i sagnozzi, i cillitti co’ j’agliu, la pullenta. Le varietà di fagiolo sono un prodotto tipici di Arsoli. Ottimi i fasoli co lle coteche, e i broccoli o cicci soffocati. Tra i dolci tradizionali assaggiate le tisichelle, le ciammellette de magru e le ciammelle della Fratellanza.