Dominata dall’imponente mole del Palazzo Farnese, Caprarola è uno degli esempi urbanistici più significativi del Cinquecento. L’antico borgo medievale nella Tuscia è attraversato da una spettacolare ‘Via dritta’ che dai piedi della collina sale scavalcando burroni, in parte riempiti e in parte superati con 2 ponti, fino a raggiungere il piazzale di Palazzo Farnese.

Caprarola: Panorama
L’ingresso trionfale al Palazzo che ancora ammiriamo, l’attuale Via Nicolai, è in realtà il risultato di uno sventramento dell’antico tessuto urbano. Fu così che il vecchio borgo si divise in due rioni, Corsica e Sardegna. Furono sacrificati edifici religiosi e privati e, per rimediare ai disagi, il cardinal Alessandro Farnese, nipote di Paolo III, favorì la costruzione di nuove residenze lungo il maestoso viale che il Vignola aveva progettato. Furono realizzati i palazzi della nobiltà al seguito dei Farnese, l’Ospedale di San Giovanni e la chiesa di San Marco.
Palazzo Farnese non conserva nulla della fortezza originaria. Il Vignola riuscì a farne una dimora spettacolare all’esterno e magnifica all’interno. La Scala regia elicoidale è tutta affrescata, con 30 colonne sulla balaustra, e permetteva ad Alessandro di salire a cavallo.

Palazzo Farnese a Caprarola, Sala del Mappamondo – www.direzioneregionalemuseilazio.cultura.gov.it
Le sale di rappresentanza sono sontuose, dipinte anche dagli Zuccari, gli artisti del Sacro bosco di Bomarzo, ed erano ritrovo di letterati, nobili e musicisti. La sala del Mappamondo, affrescata ancora senza l’Australia, è un trionfo di azzurro sulle pareti e sul soffitto.

Villa Farnese a Caprarola
Oltre alla sontuosa scala elicoidale, a Palazzo Farnese si celano le scale nascoste. Per raggiungere gli alloggi, la servitù utilizzava delle scale dovutamente mimetizzate nelle pareti per non “disturbare” nobili e ospiti al Palazzo. E poi tutt’intorno il giardino all’italiana con statue, scale e fontane che rende la visita imperdibile.

Scuderie di Palazzo Farnese – www.retedimorestorichelazio.it
Le Scuderie Farnese furono costruite alla fine del 1500 e potevano ospitare fino a 120 cavalli. Al primo piano c’era la rimessa per le carrozze, al secondo c’erano il fienile, gli appartamenti di cocchieri, scudieri e servitù̀. Le scuderie vennero utilizzate dai Farnese fino al 1649. Oggi, l’imponente struttura delle Scuderie è una delle Dimore storiche del Lazio.

Chiesa e Convento di Santa Teresa – www.visitcaprarola.it
Al di là della forra, oltre un ponte, Caprarola ha un altro tesoro, la Chiesa e il Convento di Santa Teresa. Il Complesso di Santa Teresa sorse intorno al 1620 per volere del cardinale Odoardo Farnese, su progetto di Girolamo Rainaldi, per dare all’Ordine Teresiano dei Carmelitani Scalzi un luogo per la formazione culturale e spirituale. Nella biblioteca sono custoditi due manoscritti originali di Santa Teresa. Oggi il convento è un centro di spiritualità e di ospitalità.

Chiesa di Santa Teresa, interni – www.visitcaprarola.it
Annesso al convento c’è la chiesa di Santa Teresa, con la facciata barocca in peperino. All’interno si possono ammirare opere seicentesche di Guido Reni, di Giovanni Lanfranco e di Alessandro Turchi detto il Veronese.
Poco più lontano, il Lago di Vico. È un lago vulcanico all’interno della Riserva Naturale che tutela anche l’imponente foresta di noccioli, castagni e faggi nella Faggeta vetusta dei Monti Cimini, patrimonio Naturale dell’Umanità.
La Nocciola Romana DOP, per la quale è il viterbese è il maggior produttore d’Italia, ha a Caprarola una ‘consacrazione’ d’eccezione. La Festa della Nocciola impazza per 10 giorni nella cittadina farnesiana, con assaggi di tutte le leccornie alla nocciola, spettacoli, eventi, musica e una sfilata di carri folcloristici. È la una delle più longeve del viterbese, delle più golose, delle più amate.