Siete pronti per immergervi nella bellezza? I siti del Lazio iscritti nel Patrimonio Mondiale dell’Unesco sono 7 e tutti da scoprire. Il patrimonio della nostra regione è un’eredità per il mondo intero, abbraccia la storia dagli Etruschi al Rinascimento, le tradizioni, come la macchina processionale di Santa Rosa che si muove per i vicoli di Viterbo sulle spalle di 100 uomini, e quelle antichissime, come la migrazione stagionale di greggi, mandrie e pastori lungo le vie semi-naturali dei tratturi.

Si parte da Roma, e precisamente dalla Basilica di San Pietro, a cui collaborarono architetti, pittori e scultori  come Bramante e Raffaello, i Musei Vaticani con la realizzazione artistica più emozionante che mano umana abbia mai prodotto: la Cappella Sistina dove Michelangelo Buonarroti, piegato su se stesso, dall’alto di un’impalcatura realizzò l’affresco che tutto il mondo ci invidia. Una passeggiata a Trinità dei Monti, la vista della Barcaccia dei Bernini, la Fontana di Trevi, il Pantheon. Salite sul colle Aventino e cercate il buco della serratura nel cancello del Priorato dei Cavalieri di Malta. Chiudete un occhio e avvicinatevi alla toppa per scorgere una delle più suggestive immagini con vista su San Pietro, incorniciata dalle siepi del giardino.

Villa d’Este- Tivoli (RM)

Nella lista dei siti Patrimonio Mondiale dell’Unesco del Lazio troviamo la splendida Villa dell’Imperatore Adriano risalente al II secolo d. C., che si trova nella graziosa città di Tivoli insieme a Villa d’Este, altro sito Patrimonio Mondiale dell’Unesco.

Villa Adriana è la più grande villa che risulta essere appartenuta a un imperatore romano e testimonia lo straordinario livello di abilità raggiunto dall’architettura romana. Pur rifacendosi agli schemi tradizionali del tempo,  rispecchia il genio architettonico del suo proprietario, l’Imperatore Adriano, la cui inventiva trovava qui libero sfogo. Rimarrete affascinati anche da Villa d’Este, realizzata nel 1550 dal Cardinale Ippolito II d’Este, famosa soprattuto per i numerosi giochi d’acqua che trasportano il visitatore in una reggia d’altri tempi.

Cerveteri Necropoli della Banditaccia

Affascinanti esempi di architettura funeraria sono le Necropoli etrusche della Banditaccia a Cerveteri e dei Monterozzi a Tarquinia, entrambe nel Patrimonio Mondiale dell’Unesco dal 2004. Il sito archeologico di Cerveteri ha il fascino di un vero e proprio contesto urbanistico, simile a quello di una città, con strade, piazzette e quartieri, la cui tipologia varia in relazione al periodo storico e allo status della famiglia cui appartenevano le tombe.

La Necropoli di Tarquinia, invece, si estende per 150 ettari e raggruppa circa 200 sepolcri, ricavati nella roccia e accessibili da corridoi inclinati o gradini, dove potrete ammirare dipinti mirabilmente conservati che vi faranno capire l’evoluzione della civiltà etrusca. Ne è un esempio eccelso il dipinto della Tomba dei Leopardi.

SORIANO NEL CIMINO - VT vetusta faggeta Unesco

Vetusta Faggeta – Patrimonio Mondiale dell’Unesco

Nel viterbese la Faggeta vetusta dei Monti Cimini è una delle dieci faggete italiane che si estendono dalla Toscana alla Calabria che fa parte del “sito diffuso delle faggete secolari” di 13 Paesi del continente europeo divenuta Patrimonio dell’Umanità nel 2017. È il primo riconoscimento del genere in Italia, per l’elevata naturalità di questi ecosistemi dominati dal faggio, rappresentativi della diversità dei processi ambientali nella regione del Mediterraneo centrale, e per l’unicità degli aspetti ecologici e strutturali di alberi alti fino a 50 metri.

Tra i siti Patrimonio Mondiale dell’Unesco del Lazio ce ne sono due che fanno parte dei Patrimoni immateriali dell’Umanità. Iniziamo dalla Macchina di Santa Rosa a Viterbo, una torre alta 30 metri e pesante 5 tonnellate, un baldacchino che porta in cima la statua della Santa patrona della città e che, la sera del 3 settembre, viene portata in processione a spalla per le vie del centro storico da circa 100 uomini chiamati “Facchini di Santa Rosa”.

Viterbo – Macchina di Santa Rosa

Dall’11 dicembre 2019, anche la Transumanza è nella lista dei Patrimoni culturali immateriali dell’Umanità. L’Italia, la Grecia e l’Austria hanno iniziato nel 2015 a promuovere questa antichissima pratica di allevamento preservata dalle comunità dei territori rurali. I pastori di molte regioni del centro e sud Italia attuano ancora la pratica della migrazione stagionale di greggi, mandrie e pastori lungo le vie semi-naturali dei tratturi. Nel Lazio ricordiamo Ceccano e Amatrice con la festa dei pastori transumanti, insieme all’Abruzzo, il Molise, la Campania e la Puglia.

La Transumanza candidato Unesco

La Transumanza

Infine, nella provincia di Latina, il Parco nazionale del Circeo, protetto come patrimonio dell’uomo e della biosfera, con l’acronimo MaB, poiché qui si trova una delle 727 Riserve della Biosfera, in cui la biodiversità dell’ambiente originario viene gestita in modo sostenibile. Di circa 8.500 ettari, racchiude ambienti molto diversi fra loro: dalla duna mediterranea ai quattro laghi – Fogliano, Monaci, Caprolace e Paola, il più grande – e l’isola di Zannone nell’Arcipelago delle Isole Pontine.

All’interno ci sono anche tre aree paludose: la Piscina delle Bagnature, la Piscina della Gattuccia e la Lestra della Coscia. Sullo sfondo il promontorio del Circeo, il cui profilo ricorda quello della Maga Circe e così la leggenda del viaggio di Ulisse e dei suoi compagni.

 

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