Micigliano sorge a circa 1000 metri di quota sulle pendici del Monte Terminillo e domina le Gole del Velino, offrendo prodotti genuini di una volta dal tartufo alle castagne, dai funghi ai formaggi che ricordano i vecchi tempi come il Museo Civico delle Arti e Tradizioni Popolari, che ospita oltre seicento utensili e mobili della vita rurale ed artigianale nella storia.
Lungo la Via Salaria si può ammirare l’Abbazia dei SS. Quirico e Giulitta adiacente le rive del fiume Velino. Il monastero, è stato fondato nella prima metà del X secolo dai Benedettini anche se, le prime notizie certe attestanti la sua esistenza risalgono al 984. Il suo esterno esibisce ancora l’antico assetto fortificato con tocchi di architettura romanica. Tutto il complesso è attorniato inoltre da una muraglia quadrangolare dove al centro si solleva l’imponente campanile, utilizzato allora anche come torre di avvistamento come testimoniato dalle feritoie presenti sul suo lato sud-orientale verso la porta di accesso.
L’ambiente agricolo e pastorale è molto legato alle tradizioni, che rivivono soprattutto in occasioni delle feste popolari: la Sagra del Tartufo a luglio, la Sagra della Castagna l’ultima domenica di ottobre e le celebrazioni in onore del Santo patrono. Quest’ultima, la festività di San Lorenzo, termina con la Festa della Montagna e la “Braciolata” di Ferragosto.
Altra tradizione sentita ed irrinunciabile è la “Pasquarella miciglianese”, il 5 gennaio, in cui cantori in costumi tradizionali intonano per le vie antichi canti tramandati da generazione in generazione, accompagnati da organetti e tamburelli. L’origine della festa si perde nel tempo: probabilmente è una rappresentazione dei pastorelli del presepe che annunciano la nascita di Gesù anticipando l’arrivo dei Re Magi.