Gerano si trova tra estesi boschi di castagno, prospiciente la pianura percorsa dal Giovenzano. Questo affluente dell’Aniene è racchiuso tra i monti Ruffi e il massiccio del Guadagnolo. Il borgo si adagia su un terreno tufaceo simile alla Montagna delle Gru (Gherania) in Grecia, da cui prende il nome, Gerano.

Gerano

La valle del Giovenzano è stata intensamente contesa da vari popoli sin dall’antichità. Numerose le testimonianze della colonizzazione da parte dei Romani, come i ruderi di ville, i resti di Trebula Suffenas, il Passo della Fortuna, le mura poligonali e le mura romane dislocate.

Il centro storico sorse tra il IX e il X secolo. È un dedalo di strette vie che si inerpicano da Porta Amato, Porta Maggiore e Porta Cancello per convergere verso la parte più alta del vecchio borgo. Vicino a Porta Amato, sorge la Chiesa di San Lorenzo Martire, risalente all’anno Mille e ristrutturata a fine ‘700. Qui trionfa il “Martirio di San Lorenzo” del pittore Domenico Fiorentino.

panorama di Gerano - foto Facebook @ Comune di Gerano

panorama di Gerano – foto Facebook @ Comune di Gerano

La chiesa di Santa Maria Assunta risale al X secolo ed è situata al centro del borgo, con la sua torre campanaria alta 25 metri e 4 campane in stile gotico. Fu ampliata durante la prima metà dell’Ottocento sotto la supervisione meticolosa dell’architetto Valadier. Ammirate la Fontana di Ciocio, un antico fontanile romano del II secolo. Il Palazzo di Corte del XIV secolo fu tribunale locale e dazio comunale. Nella piazzetta antistante avvenivano le aste pubbliche col metodo dell’accensione della candela.

Poco distante da Gerano sorge la Chiesa di Sant’Anatolia del VI secolo. Qui ogni anno a luglio laicità e religiosità si fondono durante la festa in onore di Sant’Anatolia, Patrona di Gerano. Si svolge una secolare fiera di merci e bestiame, basata sullo scambio di prodotti agricoli e artigianali, e numerosi pellegrini e nomadi si riuniscono nel prato antistante per festeggiare con balli e canti notturni.

Foto di @Frederick Sporchia

Da non perdere a Gerano è la Casa delle Antiche Scatole di Latta, un luogo magico che ha il profumo della memoria. È una mostra nata per caso dalla passione della sua ideatrice, Marina Durand De La Penne. Riuscì a collezionare più di 1000 scatole di latta, tutte italiane e prodotte tra il 1890 e il 1950. Il suo sogno era quello di conservare, promuovere e valorizzare il patrimonio culturale custodito in questi semplici oggetti d’epoca di uso quotidiano.

Gli strozzapreti sono un tipico primo primo piatto il cui nome deriva dal particolare impasto. È duro e colloso e un tempo richiedeva del vino per essere deglutito ma il clero non poteva bere. Fu così che presero il nome di strozzapreti. Tradizionalmente si condiscono con la pistecchia, ossia pomodoro, aglio, olio, prezzemolo e alici. Assaggiate anche le gnocche pelose, un tipo di tagliatelle condite con funghi porcini e salsicce. E poi i maccarunacci co’gli cici, un particolare taglio di pasta condita con sugo di ceci e pancetta. Infine, i dolci ciammillitti de magru, biscotti secchi con nocciole, zucchero, vino bianco, olio d’oliva, farina e sale.

Infiorata di Gerano

Dal 1740, nella prima domenica dopo San Marco (25 aprile) a Gerano si svolge l’infiorata più antica d’Italia.

Cosa ha di particolare questa infiorata per essere tra i candidati a Patrimonio Immateriale dell’Unesco? L’Infiorata di Gerano non è stata mai sospesa, neanche durante periodi di guerra o altri drammatici eventi. Inoltre, i Maestri Infioratori disegnano i motivi da rappresentare direttamente con gessi sul terreno e utilizzano esclusivamente petali di fiori e foglie, senza le terre colorate.

Madonna del cuore di Sebastiano Conca

Il variopinto tappeto floreale è realizzato in occasione della tradizionale manifestazione legata alla devozione alla Madonna del Cuore. Il dipinto della Madonna del Cuore è un’opera settecentesca di Sebastiano Conca e fu portato a Gerano da due gesuiti nel 1729. I geranesi si affezionarono all’immagine a tal punto da pregare i due religiosi di non portarla più via. Si narra che i gesuiti non ne vollero sapere e, ogni volta che tentavano di lasciare il paese col dipinto, iniziava a piovere. I devoti interpretarono tutto ciò come un segno della volontà della Madonna di restare a Gerano. E così fu.

Infiorata di Gerano – Dante Alighieri 2015

Alla vigilia dell’Infiorata a Gerano, i protagonisti s’incontrano in cantina per realizzare i quadri sperimentando nuove tecniche per creare sfumature e accostamenti cromatici con i fiori scelti.
Il sabato si può assistere alla “Calata” dell’immagine della Madonna del Cuore, tolta dal muro della chiesa di Santa Maria Assunta. Suggestiva la processione di domenica con il passaggio sul letto di fiori del quadro della Madonna del Cuore, sorretto dai membri della Confraternita. Finita la processione, i bambini smantellano il tappeto floreale con la tradizionale “Sciarrata”. E poi, via libera allo sfavillante spettacolo pirotecnico che pone fine ai festeggiamenti.

Il Museo dell’Infiorata è la memoria identitaria di questa comunità. Raccoglie documenti e antichi attrezzi adoperati nel mestiere antico dei Maestri Infioratori. Qui si legge anche un po’ di rimpianto nei racconti del tempo passato quando i confratelli si dedicavano alla raccolta di petali e foglie di ginestra, glicine, villaggina, “palle di neve”, bosso, leccio, olivo e saggina.

 

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INFO UTILI
dist. da Roma 50 km
da non perdere Palazzo di Corte
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