Villa Santo Stefano è un borgo ciociaro dal nucleo medievale pressoché intatto. La sua posizione strategica lo rese in passato una “sentinella” sulla valle dell’Amaseno.

Villa Santo Stefano - foto Facebook @prolocovilla.santostefano.92

Villa Santo Stefano – foto Facebook @prolocovilla.santostefano.92

“Ecco un giorno assalito con la caccia / Dietro, fuggendo, a l’Amasèno arriva. / Per pioggia questo fiume era cresciuto, / E rapido spumando, infino al sommo / Se ne gía de le ripe ondoso e gonfio.”

Così racconta Virgilio nell’Eneide le gesta del re Metabo che fondò Villa Santo Stefano. Si narra che il re volsco, padre della principessa guerriera Camilla, cacciava in questo territorio. In sua memoria fu eretta la Torre di re Metabo, ancora visibile all’ingresso del centro storico.

I Conti De Ceccano la fortificarono con una cinta muraria e una torre circolare. Nel 1562 il Paese passò nelle mani della famiglia Colonna, fino all’abolizione dei feudi voluta da Napoleone. Con la presenza di Napoleone, Villa Santo Stefano ha vissuto il fenomeno del brigantaggio tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800. La Portella è un piccolo passaggio nella cinta muraria dalla quale passavano i briganti per nascondersi nelle zone di confine tra lo Stato della Chiesa e il Regno di Napoli.

Villa Santo Stefano - Facebook @proloco.villasantostefanobis

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Il centro storico è molto piccolo e suggestivo, con strette stradine, case addossate l’una all’altra e archi che formano criptoportici. La Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo domina la piccola piazza. È ristrutturata in forme barocche sui resti di una chiesa medievale, della quale sono ancora visibili tracce all’esterno. Di grande interesse è anche la seicentesca chiesa di San Sebastiano.

la Panarda

la Panarda

La “Panarda” è una delle sagre più antiche e storicamente documentate della Ciociaria. La “panarda” è una zuppa di ceci cotti in 24 “callare”, i calderoni di rame stagnato. Si festeggia in occasione della festa di San Rocco, il 16 agosto, in ricordo di una terribile carestia del 1500. La Panarda inizia la sera del 15 agosto con la processione e trasporto della statua lignea di San Rocco dalla chiesa di San Sebastiano, dove è custodita, fino alla chiesa di Santa Maria Assunta.

A mezzanotte, inizia il rituale della Panarda in costume seicentesco con l’accensione dei fuochi da parte del Princeps. Così si dà il via alla cottura dei ceci in piazza con ben cinque quintali di ceci. Conditi con olio di oliva e profumati con rosmarino e peperoncino. Il giorno successivo la Panarda è servita in piazza.

Sagra della Polenta di San Sebastiano a Villa Santo Stefano - Facebook @prolocovilla.santostefano.92

Sagra della Polenta di San Sebastiano a Villa Santo Stefano – Facebook @prolocovilla.santostefano.92

Tra gli altri piatti celebri c’è la polenta con sugo e salsiccia, alla quale è dedicata da 50 anni la Sagra della Polenta di San Sebastiano a fine gennaio. La cottura della polenta è in antichi paioli di rame ed è benedetta da S. Sebastiano portato in processione.

Assaggiate i “cecapreti” alla Sagra dei Cecapreti e della Bufaletta all’inizio di agosto. I “cecapreti”, o “strozzapreti”, sono uno dei più antichi e tradizionali piatti locali, da degustare insieme allo squisito spezzatino di bufaletta, allevato nella vicina valle dell’Amaseno. La sagra ripropone l’antico rito della “liberanza di agosto”, manifestando il forte spirito anticlericale diffuso in passato.

 

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INFO UTILI
distanza da Roma 95km
da non perdere Chiesa di Santa Maria
sito web Comune di Villa Santo Stefano

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