Tappa 8: da Mandela a Subiaco
L’ottava tappa del Cammino di San Benedetto parte da Mandela e arriva a Subiaco.
La tappa è lunga 29,2 km.

Convento di San Cosimato a Vicovaro, foto da Facebook@ConventoSancosimatoVicovaroOasiFrancescana
La sosta principale a Mandela è presso il Convento di San Cosimato.
Lasciato il borgo e il Convento la tappa procede interamente in piano tra sentieri nel bosco.
Lungo tutta la tappa non incontriamo paesi ma con piccole deviazioni si potranno visitare diversi borghi caratteristici.
Anticoli Corrado merita senz’altro una visita. Il paese è anche chiamato “Borgo degli artisti e delle modelle”. Nel XIX secolo, durante il Gran Tour, molti artisti stranieri vengono in questo borgo per ritrarre i paesaggi della campagna romana e le bellissime ragazze che vi abitano e che diventano delle modelle famose.
Forse anche Pablo Picasso per il suo quadro The Italienne ebbe a soggetto una modella di qui.

Marano Equo, foto da Facebook@ComunediMaranoEquo
Continuando il percorso verso Subiaco incontriamo Marano Equo. Ai piedi del borgo medievale sgorgavano diverse fonti, la più importante delle quali era quella dell’Acqua Marcia.
Proseguendo si può fare una sosta ad Agosta, con il suo castello medievale del 1051.
Nella torre del Castello si narra che fu incarcerata una principessa di nome Augusta da cui derivò il nome di Agosta.
Una deviazione dal Cammino si può fare anche per visitare Tivoli e sue due splendide Ville.
Villa Adriana fu costruita tra il 118 e il 138 d.C. e fu voluta dall’imperatore per rievocare monumenti e località che lo avevano affascinato durante i viaggi nelle province dell’Impero.
Villa Adriana non risulta quindi essere una villa in senso moderno ma è una sorta di città con molti luoghi di intrattenimento.
Troviamo così fontane, laghetti, padiglioni, giardini, piccole isole e finti fiumi. Durante i banchetti gli invitati dell’imperatore potevano assistere a spettacolari giochi d’acqua, rappresentazioni teatrali e fare bagni nelle terme. Tra gli edifici voluti dall’imperatore anche una biblioteca, templi, palazzi che ospitavano migliaia di persone e ovviamente gli alloggi per i servi e i soldati della guardia imperiale.

Villa Adriana
Il territorio occupato dalla Villa era così ampio che Adriano fece costruire anche delle gallerie sotterranee, delle vere e proprie strade dove passavano i carri e che connettevano i diversi edifici. Lo scopo principale era quello di garantire la pace e il silenzio per se stesso e per i suoi invitati. Per tale ragione i servi salivano al piano superiore solo quando era necessario e quindi tornavano alla base della Villa. Le gallerie erano utilizzate per trasportare cibo, raggiungere le terme e correre da una stanza ad un’altra. Villa Adriana è Patrimonio UNESCO.
A Tivoli non potete non visitare anche Villa d’Este. Villa d’Este è un capolavoro dell’arte rinascimentale voluto dal Cardinale Ippolito d’Este, che non era riuscito a diventare Papa. Proprio per consolarsi dal mancato riconoscimento, Ippolito d’Este decise di costruire questo luogo di sogno che colpisce per i suoi giardini, le fontane e i giochi d’acqua anche idraulici.
L’acqua scorre ovunque nei giardini della Villa, sgorgando da fontane, formando cascate e laghetti circondati da statue di divinità, draghi e mostri. Lungo il maestoso Viale delle Cento Fontane possiamo ammirare le cento fontane da cui sgorga l’acqua, su tre livelli diversi.
Strabiliante la Fontana dell’Organo che con un complesso sistema idraulico consente di ascoltare i motivi musicali riprodotti dallo scorrere dell’acqua.

Santuario della Mentorella
Lungo il Cammino incontriamo anche il Santuario della Mentorella.
Il Santuario sorge ad un’altitudine di 1018 m s.l.m. su di una rupe sporgente sul Monte Guadagnolo. La rupe sorge a strapiombo sulla sottostante Valle del Giovenzano.
Secondo la leggenda nel II secolo qui avvenne la conversione di Sant’Eustachio, che poi morì martire per la fede. Due secoli dopo l’imperatore Costantino fece costruire qui la basilica che poi fu benedetta da Papa Silvestro I. A partire dal IX secolo il complesso fu affidato ai monaci benedettini del Monastero di Subiaco che vi rimasero fino al XIV secolo, quando il complesso cadde in abbandono. Il santuario venne riscoperto nel XVII secolo da uno scienziato tedesco gesuita convinto che questo fosse uno dei dodici monasteri fondati da San Benedetto e che il pellegrino avesse soggiornato qui presso una grotta per circa due anni. Ancora oggi è visitabile il Sacro Speco.
La Mentorella era meta anche di numerosi pellegrinaggi di Papa Wojtyla che qui si rifugiò pochi giorni dopo la sua elezione in San Pietro. Anche Papa Benedetto XVI si è recato in visita privata al Santuario della Madre delle Grazie di Mentorella.

Gerano, foto Facebook @ Comune di Gerano
Ci si lascia alle spalle la Vallata dell’Aniene e si procede per la bella Valle del torrente Giovenzano, con i suoi verdeggianti prati fiancheggiati da due catene di monti. Lungo il cammino si incontra Gerano, nota per la sua infiorata, la più antica d’Italia e candidata a Patrimonio UNESCO.
Come ultimo borgo si raggiunge Subiaco dove ci accoglie il Monastero del Sacro Speco.
L’ottava tappa richiede 8/9 ore di cammino.