Il Lazio è la meta perfetta per chi ama il mare, la montagna, le campagne, le colline, le terme… ma anche per chi è affascinato dal mistero, e così partiamo alla ricerca dei luoghi più enigmatici della regione: i borghi fantasma.

Stazzano Vecchia
Siamo a metà strada fra Palombara Sabina e Moricone, a Stazzano Vecchio, un borgo fantasma nella Sabina Romana datato 1600. La struttura era senza dubbio quella di un borgo-castello con un’unica porta d’accesso tra il torrione più esterno e la Chiesa di Santa Maria. Ma perché Stazzano Vecchio è diventata una “città morta”? Tutto accadde 120 anni fa, in seguito al terremoto del 1901… Una storia triste ma con un lieto fine… dorato! Fate un giro a 360° dall’alto dello sperone calcareo dove si nasconde Stazzano Vecchia. Sarà spettacolare!
Tufo, archi di roccia naturali, cascate, sorgenti sulfuree, resti di necropoli etrusche e addirittura opere del Bernini. Siamo nella “Città fantasma” di Monterano! Scorci da fiaba scelti per essere i set di famosi film ambientati nel passato, da Ben-Hur (1959) con Charlton Heston a Il marchese del grillo (1981) con Alberto Sordi.

Galeria Antica
Galeria Antica, è la città fantasma della Capitale! È su uno sperone tufaceo a strapiombo sul fiume Arrone. Qualcuno dice di aver sentito, da queste parti, il rumore di zoccoli di cavallo e i lamenti di “Senz’affanni”, il fantasma di un menestrello morto 300 anni fa, che torna ogni anno a Galeria Antica, cantando e suonando disperato per la sua amata.
Affacciato sulla Valle di Comino c’è San Gennaro, un borgo semi abbandonato nel territorio di Picinisco. Tra rovine, case restaurate che si popolano solo in estate e testimonianze del passaggio della II guerra mondiale, questa è la meta adatta per stare sul fil noir della Ciociaria… che anche ad Arpino non manca… lo potrete “vedere” tra le mura poligonali che circondavano il borgo antico e disabitato di Civita Vecchia e dall’imponente Torre di Cicerone da cui si può godere un panorama davvero suggestivo… con qualche fantasma a farvi compagnia!

Celleno
Le casette in tufo rosso, la Valle dei Calanchi e il Castello medievale degli Orsini sono invece le caratteristiche più misteriose di Celleno antica! I ruderi della ex chiesa di San Carlo, la parrocchiale di San Donato e il campanile con l’orologio rendono questo luogo affascinante, magico e oscuro come anche lo è anche il borgo di Calcata dove la presenza dei tanti artisti le hanno forse, fatto perdere la connotazione di borgo fantasma… ma qualche presenza la si può sempre percepire!
Magnetici, ostili, sottilmente sinistri sono i borghi fantasma della sabina. Luoghi dai quali, per diversi motivi, la vita è migrata altrove, lasciando case, chiese, palazzi come gusci senza chiocciola. Interi centri svuotati, caduti in rovina, invasi dalla vegetazione e dal silenzio. Il tempo li ha trasformati in gost-town, con tutto il loro carico di romanticismo e mistero. Quali sono? Rocchette e Rocchettine: le misteriose fortezze gemelle a Torri in Sabina, insediamenti fortificati risalenti al XIII secolo.

Rocchettine
Spostandoci sul Lago del Turano arroccato in cima a un colle circondato dalle acque lacustri, avvolto in un’aura mitologica, quasi fantastica c’è il borgo che vanta una delle posizioni più belle del centro Italia, Castrum Antoni o Antuni. Sorge sulla cima del monte omonimo prospiciente l’abitato di Castel di Tora. Nel Cicolano, tra le Montagne della Duchessa, troviamo Corvaro vecchia, anche qui si mantiene energico il velo del mistero! Attraversando la Valle Santa Reatina arriviamo nell’antico borgo di Castiglione, un intero agglomerato medioevale che si erge sulla cima di un poggio, con viuzze, residui di case e di qualche vero e proprio palazzo.
A pochi chilometri da Latina, nella parte settentrionale del Parco Nazionale del Circeo, c’è il Borgo di Fogliano, area di grande interesse storico e paesaggistico lungo la costa tirrenica e a ridosso del lago omonimo. Un piccolo villaggio di pescatori nel ’700.
Come successo per tanti altri luoghi della provincia di Latina fu la Famiglia Caetani a dare il via al rifiorire del borgo con la costruzione della Villa Padronale, della casina inglese, di una piccola scuola per i figli degli abitanti, di una chiesetta neogotica moderna sull’antica Chiesa di S.Andrea dove si svolgevano regolari servizi religiosi, del procoio, costruzione rurale simbolo del lavoro dei campi e della trasformazione dei prodotti di allevamento, del forno e di diversi edifici per garantire i servizi essenziali alla piccola comunità… anche qui, oggi resta ancora il profumo del mistero di un borgo che oramai a tutt’altro volto.