Il Lazio è la meta perfetta per chi è affascinato dai luoghi enigmatici e tenebrosi. Lasciamoci travolgere dal mistero di 8 Borghi Fantasma.

Stazzano Vecchia

Stazzano Vecchio

Siamo a metà strada fra Palombara Sabina e Moricone, a Stazzano Vecchio, un borgo fantasma nella Sabina Romana datato 1600. La struttura era quella di un borgo-castello con un’unica porta d’accesso tra il torrione più esterno e la Chiesa di Santa Maria. Ma perché Stazzano Vecchio è diventata una “città morta”? Tutto accadde 120 anni fa, in seguito al terremoto del 1901. Una storia triste ma con un lieto fine. Fate un giro a 360° dall’alto dello sperone calcareo dove si nasconde Stazzano Vecchia. Il panorama è spettacolare!


Tufo, archi di roccia naturali, cascate, sorgenti sulfuree, resti di necropoli etrusche e addirittura opere del Bernini. Siamo nella città fantasma dell’Antica Monterano! Arroccato su un’altura tufacea, fa parte della Riserva Naturale Regionale Monterano. Il paese è di fondazione etrusca e iniziò a spopolarsi a causa della malaria già alla fine del XVIII secolo. Fu definitivamente abbandonato dopo il passaggio delle truppe francesi nel 1799 che obbligarono la popolazione superstite a trasferirsi nel vicino paese di Canale Monterano. Il borgo fantasma custodisce rovine di case medievali, del Palazzo Baronale, della chiesa di San Bonaventura, eseguita su disegno del Bernini, resti di un acquedotto dalle alte e arcate. Il fascino delle sue rovine è stato spesso utilizzato come set di famosi film ambientati nel passato. Questo luogo fiabesco ha ospitato da “Ben-Hur” (1959) con Charlton Heston a “Il marchese del grillo” (1981) con Alberto Sordi.

Galeria Antica

Galeria Antica

Galeria Antica, è la città fantasma di Roma! Su uno sperone tufaceo a strampiombo sul fiume Arrone scorgiamo questa città etrusca fortificata, dichiarata Monumento Naturale nel 1999. Tra i ruderi saltano subito agli occhi il campanile della chiesa di Sant’Andrea che ne delinea il profilo. Sono molti misteri sulle cause del suo abbandono nel 1700. E non si sa neanche per quale ragione, nel 1800, i pochi abitanti rimasti fuggirono nuovamente e in fretta e furia. Andarono a vivere solo a un chilometro da Galeria Antica, fondando il borgo di Santa Maria di Galeria Nuova. Qualcuno dice di aver sentito il rumore di zoccoli di cavallo e lamenti. Pare che ogni anno “Senz’affanni”, il fantasma di un menestrello morto circa 300 anni fa, torni sul suo cavallo bianco a Galeria Antica, cantando e suonando disperato per la sua amata. La sua atmosfera tenebrosa ha rapito la Settima Arte tanto da girare “Non ci resta che piangere”.

Celleno

Celleno Antica

Le casette in tufo rosso e il Castello medievale degli Orsini sono invece le caratteristiche più misteriose di Celleno Antica! I ruderi della ex chiesa di San Carlo, la parrocchiale di San Donato e il campanile con l’orologio rendono questo luogo affascinante. Siamo nel paese vecchio di Celleno, il famoso Borgo Fantasma. Celleno Antica è un insediamento etrusco meravigliosamente spopolato dal terremoto del 1855.

Rocchettine

Rocchettine

Magnetici, ostili, sottilmente sinistri sono i borghi fantasma della Sabina. Rocchette e Rocchettine ne sono un esempio eccelso, le misteriose fortezze gemelle a Torri in Sabina dal lontano XIII secolo. Siamo su uno dei set de “Il Nome della Rosa”, la miniserie tv che nel 2019 ci ha trascinato in un Medioevo tenebroso come l’antica Rocca Guidonesca, ovvero Rocchettine. Dall’ombra dei lecci sotto Rocchette ci separano le gole del torrente Aia e un destino inspiegabilmente differente. Le due gemelle furono costruite nel 1200 per proteggere la valle del Tevere che metteva in comunicazione Rieti e Roma. Tuttavia, Rocca Bertalda, ovvero Rocchette, ha continuato a vivere sulla collina accanto a Rocchettine che, al contrario, fu abbandonata già nel 1600. E nessuno sa il perché. Il fascino austero di questo borgo fantasma è dato dal grigio della pietra calcarea e della chiesa di San Lorenzo, non sempre visitabile.

Ed ecco il Castrum Antoni, la rocca di Antuni che svetta a Castel di Tora dal 1100 sul cucuzzolo del monte omonimo. Circondata dal turchese del lago del Turano, è ancorata alla terra ferma con una lingua di terra. In questo panorama nel cuore della Riserva Naturale Navegna Cervia, non riusciamo proprio a immaginare Antuni e i suoi vicini di casa, Castel di Tora e Colle di Tora, senza il lago nel quale si specchiano. Eppure il lago del Turano è nato artificialmente solo alla fine degli anni 30 per produrre energia idroelettrica. Ancor più curioso è scoprire che il borgo divenne una città perduta. Molti dicono che la causa fu un erroneo bombardamento nella Seconda Guerra Mondiale ma era già spopolato! Negli anni 30 la diga generò il lago e il lago generò la fuga degli antunesi a valle. Infatti, nel loro borgo non potevano più coltivare né allevare gli animali, le loro attività produttive tradizionali. Negli anni 90 fu restaurato e sono ora visitabili il Palazzo del Drago, un curioso labirinto e l’eremo di San Salvatore, una grotta che custodisce affreschi del 1600.

BORGOROSE RI fraz. Corvaro

Nel Cicolano, tra le Montagne della Duchessa, troviamo Corvaro vecchia. Questo maestoso tumulo, un monumento funerario largo 50 m e alto quasi 4, racconta la storia degli Equicoli. Sono i discendenti dell’antico popolo degli Equi confinati sulle montagne di questo territorio impervio.

A pochi chilometri da Latina, nella parte settentrionale del Parco Nazionale del Circeo, c’è il Borgo di Fogliano. Siamo in un piccolo villaggio di pescatori del 1700, oggi disabitato. Infatti, dagli anni d’oro che visse con i Romani, sprofondò poi nell’abbandono fino a quando fu riscoperto dallo Stato Pontificio. Il Borgo di Fogliano è infatti legato a doppio filo alla famiglia di Papa Bonifacio VIII, ovvero Benedetto Caetani. Fu la Famiglia Caetani a dare il via al rifiorire del borgo con la costruzione della Villa Padronale, della villa inglese, di una piccola scuola per i figli degli abitanti, di una chiesetta neogotica moderna sull’antica Chiesa di S. Andrea. A renderla ancor più speciale fu l’intuizione di Ada Constance Bootle Wilbraham, moglie del duca Onorato Caetani. Correva l’anno 1867 quando sposò Onorato, duca di Sermoneta, e visse nella residenza dei Caetani sul lago di Fogliano dove creò un esotico giardino botanico. In ricordo del suo estro rivolto alla natura, il viale d’ingresso a Villa Fogliano porta il nome di Ada Caetani. Purtroppo con gli anni molte piante esotiche ospitate all’interno della struttura andarono a morire. Ma non possiamo dimenticare le famose palme che fecero da sfondo al film “Ben Hur” .

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