E’ iniziato l’Autunno e, per molti, la dieta pre-natalizia. Noci, castagne, nocciole e mandorle possono aiutarci in questa impresa titanica. In piccole dosi, infatti, sono lo “spezza fame” perfetto secondo i nutrizionisti. Scopriamo il Lazio color frutta secca!

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Secondo i dietologi, è bene iniziare i pasti con l’insalata. Per evitare di far scendere il velo nero dell’amarezza nella vostra cucina, trasformiamo una semplice misticanza in un piatto gustoso. Incontro dolce-amaro di erbe crude, spontanee e aromatiche, in questo termine dialettale laziale si cela una ricetta che sembra una pozione magica: cresta di gallo, orecchia d’asino, dente di leone, lingua di cane, pimpinella, raponzoli, cipiccia, erba acciuga e anche un po’ di caccialepre, o scazzaliébbre come chiamano a Ponza questa erbetta che riempie l’isola di fiori gialli e i piatti d’un sapore lattiginoso-amarognolo. Completate con ortaggi più noti come cicoria di campo, valerianella, radicchio, puntarelle romane, rughetta e ravanelli selvatici.
È il condimento che la renderà scrocchiarella e appetitosa. Oltre a sale, olio EVO Tuscia Dop, succo di limone e foglie di menta, cospargetela di semi di senape, lino e girasole, fettine di pere e noci. Sempre secondo gli esperti, infatti, i semi ci depurano e tengono basso il colesterolo, mentre le noci inducono la sazietà.
Avete ancora fame? Di castagne e marroni buonissimi ce ne sono tanti nel Lazio. Entriamo nei meandri del castagneto monumentale a Terelle, un borgo medievale… invisibile! Incredibile a dirsi ma dalla valle del Liri sottostante non si vede, a meno che non si risalga il monte Cairo sul quale è abbarbicato a 900 mt d’altitudine. Avvolte da un alone di mistero, le castagne si dondolano dagli alberi ottocentenari e dal tronco largo ben 12 metri, timidamente avvolte nel loro guscio spinoso. Siamo in un angolo fiabesco nella bassa Ciociaria, al cospetto della castagna di Terelle DOC da assaporare a novembre alla festa in suo onore.
E la dieta? Contengono carboidrati, è vero, ma non fanno ingrassare! Tutto sta nella scelta della cottura meno calorica. Evitate quelle secche e preferite quelle bollite o fresche. E se proprio non resistete alla tentazione di sgranocchiarle calde dal cartoccio, sappiate almeno che così sono più caloriche. Ma che vita sarebbe senza qualche trasgressione?
Torniamo a dieta per assaggiare la nocciola, ma non una qualsiasi, la Tonda Gentile Romana! Siamo tra i monti Cimini e i Sabatini, dove sboccia la nocciola romana DOP, dal sapore delicato e persistente. Nell’Antica Roma si bruciava il nocciolo selvatico durante i sacrifici al Dio Giano sul colle di Carbognano, oggi la nocciola romana DOP si festeggia alla sagra a Caprarola di fine agosto. E non solo. A Ronciglione, pasticceri e chef si contendono il “Premio nazionale del Dolce con Nocciola Tonda Gentile Romana DOP” a suon di torte, biscotti, creme spalmabili e gelati. Purtroppo è tra ottobre e novembre e noi saremo già a dieta ma… abbiamo la soluzione! A colazione con i cereali o la frutta fresca, come farina per dolci senza glutine o come granella per gratinare le verdure, una manciata di nocciole aiuta a dimagrire meglio e più velocemente. Infatti, riduce l’indice di massa corporea, dà senso di sazietà e non tutti sanno che sono un elisir di lunga vita perché ricche di antiossidanti nella pellicola che le ricopre.
Ma esiste un dolce dietetico con la frutta secca? Lo abbiamo trovato a Borgorose, un piccolo borgo nel Cicolano. Il Serpentone di Sant’Anatolia è senza glutine e senza lattosio, preparato con mandorle amare e dolci macinate, zucchero, uova, limone e due chicchi di caffè a mo’ di occhi del serpente.

Santuario di Sant’Anatolia a Borgorose (RI)
Aleggia una storia attorno a questo dolce tipico. Si narra che nel 251 d.C. Anatolia, chiusa in un sacco con dei serpenti velenosi, ne uscì il giorno dopo miracolosamente indenne. Simbolo del trionfo del bene sul male, il Serpentone si prepara il 10 luglio per la festa di Santa Anatolia nella frazione omonima di Borgorose. E non è tutto. Il sacro si fonde col profano quando la forma di serpente simboleggia il cambio di stagione, il ciclo di morte e rinascita nelle raffigurazioni di Cerere, la dea dell’agricoltura. O quando la mandorla si erge a simbolo cristiano dell’interiorità nascosta nell’esteriorità: rotto il guscio, si scopre la vera essenza delle cose.
E con questa riflessione inaspettatamente profonda sulla frutta secca, godiamoci le sfumature d’Autunno che profumano il Lazio goloso che non fa ingrassare!